In Giappone via libera agli specchietti retrovisori digitali

Dal 2018 i classici specchietti potranno essere sostituiti da quelli digitali, realizzati con telecamere esterne e display interni
11 prototipi senza specchietti: foto
Alessandro Vai
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ROMA - Nei prototipi e nelle concept car che si vedono nei Saloni, l’assenza degli specchietti retrovisori è una prassi da molto tempo. Aiutano a mantenere pulita la linea dell’auto e permettono ai designer di osare forme più estreme. Trattandosi di vetture che non devono circolare e tantomeno rispettare norme di omologazione, la prassi è quella di sostituirli con micro-telecamere puntate verso il posteriore dell’auto, che riportato l’immagine all’interno dell’abitacolo in degli appositi display. Una soluzione interessante e spettacolare, ma attualmente non consentita dalle normative.
 
In Giappone, tuttavia, presto sarà possibile tramutare il sogno dei designer in realtà, visto che pochi giorni fa è stata introdotta una modifica al codice della strada, proprio per permettere questo passo in avanti alla tecnologia. L’ente giapponese, in realtà, ha solamente recepito le linee guida del World Forum for Harmonization of Vehicle Regulations, il meeting organizzato dalla Commissione Economica per l’Europa dove si scrivono le linee guida per le novità tecniche per le automobili. 
 
Ma non è tutto, perché secondo Automotive News gli Stati Uniti faranno altrettanto, aprendo un nuovo mercato per tutti i componentisti che si occupano di specchi retrovisori.  Così, oltre ad avere linee più pulite, le auto e i guidatori del prossimo futuro potranno contare su immagini di qualità superiore, con un angolo di visione maggiore e senza rischi di abbagliamento. 

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