Humvee C-Series, il grande ritorno dell'Hummer

Sarà derivato direttamente dalla versione militare con un progetto firmato dalla Humvee Export, una società nata a Detroit con questo scopo
Humvee C-Series, il grande ritorno dell'Hummer
Alessandro Vai
2 min

ROMA - È stato una delle icone degli anni Novanta e la sua fama è arrivata intatta fino alla fine ufficiale della produzione, nel 2010. Stiamo parlando dell’Hummer, quello originale, l’H1 derivato dall’Humvee, ovvero la versione militare. Questo bestione da 5 metri di lunghezza e 2,2 m di larghezza è stato venduto in Italia fino al 2006 a un prezzo di quasi 200.000 euro, mentre nel resto del mondo è durato ancora per qualche anno. Fuoristrada di culto, sia per l’apparizione in molti film sia perché nel garage di tante star – uno su tutti arnold schwarzenegger – inizierà presto la sua seconda vita con il nome di Humvee C-Series.

MOTORI - Sarà derivato direttamente dalla versione militare - la cui produzione non è mai cessata – con un progetto firmato dalla Humvee Export, una società nata a Detroit con questo scopo. Tra i soci ci sono il designer Henrik Fisker, l'ex dirigente della Boeing Gilbert Villarreal e Bob Lutz, ex-boss della General Motors e proprietario della VLF Automotive. Proprio la sua azienda acquisterà i kit privi di motore dalla AM General e inizierà la trasformazione. Si può scegliere tra un 6.5 V8 diesel da 190, 205 o 250 CV e un 6.2 V8 a benzina da 450 CV. Il prezzo negli Stati Uniti potrebbe essere di circa 150.000 dollari.

DIMENSIONI - È ancora presto per capire se arriverà in Italia, dove forse sarebbe omologato per la guida con la patente C, visto che il peso dichiarato di 3.493 kg è senza accessori e comunque non ancora certificato. Ma del resto si tratta di un veicolo specialistico, con una altezza di quasi due metri, una distanza da terra di 40 cm e un angolo di attacco di ben 48° (38° quello di uscita e 25° quello di dosso). La trazione integrale è permanente, con uno schema a tre differenziali Torsen, mentre i consumi (non dichiarati) sono proibitivi. Molto ironica, infine, la scelta dei nomi per i tre allestimenti disponibili presentati allo scorso Salone di Shanghai: Bravo, Charlie e Delta.


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