FCA, si cercano alleati tra cinesi e coreani

Per finanziare il piano industriale da 45 miliardi (e 25 nuovi modelli) servono risorse che difficilmente FCA ora, da sola, potrebbe investire
FCA, si cercano alleati tra cinesi e coreani© EPA
Pasquale Di Santillo
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Autonomia e indipendenza. Lo ha ripetuto più volte Mike Manley ieri rispondendo alle domande sulle possibili alleanze realizzabili per FCA. Perché è evidente che il Gruppo farebbe davvero fatica a competere da solo sul mercato contro una concorrenza che ha già pianificato investimenti pesanti, in modelli e tecnologie. Per finanziare il piano industriale da 45 miliardi (e 25 nuovi modelli) annunciato a inizio giugno dallo stesso Marchionne servono risorse che difficilmente FCA ora potrebbe investire. E allora ecco ripartire il valzer delle alleanze.

Sia dal punto di vista industriale che tecnologico, per avviare quell’elettrificazione della gamma che in FCA è ferma alla Chrysler Pacifica. Anche se non vanno dimenticati gli accordi con Waymo, la divisione di Google per la guida autonoma, e con BMW-Intel nello stesso settore. Dall’altra parte, si parla insistentemente di una trattativa avviatissima con Hyundai ma non ci meraviglieremmo se tornasse in pista Geely, il costruttore cinese già proprietario di Volvo, Lotus e del 9,7% di Daimler. In realtà il presidente del colosso asiatico, Li Shufu, a maggio 2017 ha già incontrato due volte John Elkann ma è mancata l’intesa sul prezzo (25 e poi 27 miliardi di dollari). Sullo sfondo ci sono sempre Volkswagen e i francesi di PSA. Ma bisogna vedere quali saranno i piani di Elkann, vendere il Gruppo nel suo intero o a pezzi per guadagnare di più? «Un’alleanza non si può escludere - spiega Mike Manley - e la porta resta aperta perché FCA mantiene una gestione flessibile, come da insegnamento di Marchionne. Ma l’obiettivo è raggiungere gli obiettivi del piano industriale al 2022 con un gruppo forte e indipendente». Vedremo.

 


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