Ford Mustang 2.3 Ecoboost e 5.0 V8 GT, la prova doppia – il bello dell’America

Una convertibile, automatica e con il turbo quattro cilindri; l’altra coupé, manuale e con l’aspirato otto cilindri
Ford Mustang 2.3 Ecoboost e 5.0 V8 GT, la prova doppia – il bello dell’America
8 min
P. di Santillo/A.Vai
Dopo mezzo secolo di storia tutta a stelle e strisce, la Ford Mustang è sbarcata nel Vecchio Continente, importata ufficialmente da Ford Europa e pensata sin dall’inizio anche per i gusti degli automobilisti europei. Via le luci laterali di ingombro, i fanali posteriori che fungono anche da indicatore di direzione, bando ai sedili extra-large e all’assetto da materasso. Tanti saluti anche al ponte rigido posteriore e benvenuto al nuovo retrotreno multi-link a quattro bracci, chiamato Integral Link. L’ultima novità è l’inedito 2.3 EcoBoost (condiviso con la Focus RS), che in Europa sostituisce il 3.6 V6, promettendo prestazioni e consumi migliori. L’altro motore disponibile è il 5.0 V8, un classico dell’industria americana dell’auto, aggiornato con testate a 4 valvole e capace di girare fino a 7.000 giri. Infine, su tutte le Mustang europee è di serie quello che negli Stati Uniti si chiama Performance Pack, che include freni Brembo, cerchi da 19 pollici e l’assetto sportivo.
 
Scheda
 
Dimensioni: lung. 478 cm - alt. 138 cm – larg. 192 cm
Motore: 2.261 cc – 317 CV – 434 Nm; 4.951 cc – 422 CV – 524 Nm
Prestazioni: V.max 234 km/h – 0/100 km/h in 5,8 s; V.max 250 km/h – 0/100 km/h in 4,8 s
Consumi ed emissioni: 9,8 L/100 km (ciclo misto) – 229 g/km CO2; 13,5 L/100 km (ciclo misto) – 299 g/km CO2
Prezzo: 44.000 euro; 43.000
 
Pasquale Di Santillo
 
Un’americana a Roma, bella, potente, diversa. Non è bionda, non è mora, non è rossa. È gialla, “naked”, non nel senso di nuda, ma quasi. Meglio, scoperta, cabrio, con la capote nera che si tira giù manualmente. Ma non c’è niente di più “ammerricano” di questo gioiello rivisto e corretto da Ford per renderlo umanamente accessibile all’homus europeus. Se ne accorgono tutti che non è una macchina come le altre: uomini, donne, bambini, automobilisti ralenty e scooteristi assatanati.
Chi si ferma, chi ti guarda con invidia, chi con stupore, chi chiede si informa, anche ammettendo la sua non conoscenza. Questa Mustang non esattamente invisibile, con il suo colore acceso stupisce anche gli stranieri che assediano il Colosseo, a dimostrazione di quanto sia globale e glamour il fascino potente di una macchina-icona dal cofano infinito che non sai mai cosa c’è davvero davanti e dal nome preso dei cavalli degli indiani, padroni un tempo delle praterie del west.
 
E in fondo cos’è il traffico di Roma, se non la riedizione moderna del “Vecchio selvaggio ovest”, con le quattro ruote al posto dei cavalli? Eppure, sembrerà paradossale, ma girare con la Mustang è più facile di quello che si possa pensare. Perché incute timore e anche le city car che si infilano nei pertugi più piccoli inchiodano di fronte al frontale aggressivo della signora del cinema (più di 3.000 film girati con i suoi modelli...) e ti lasciano passare, consapevoli che non passa una macchina qualsiasi. Ma i cavalli di razza, anche a motore hanno bisogno di grandi spazi per mettere in mostra le loro doti migliori.

E a Roma, l’unico spazio grande e libero, alle ore giuste è il GRA, il Grande Raccordo Anulare. Sì, lo ammettiamo, per una volta incuranti del pericolo sotto forma di laser per i limiti di velocità ci siamo lasciati andare, anche se in piena sicurezza. E giù con il pedale, ben oltre i 200 km/h che la nostra Mustang a capote rigorosamente chiusa supera senza problemi, dando sempre la sensazione di dominare la strada con la sua ampia carreggiata e con una rumorosità davvero irrilevante.
 
In curva la trazione posteriore, il peso tutto sbilanciato in avanti ispirano la derapata ma evitiamo per carità di patria, mentre la precisione dello sterzo è davvero da macchina da corsa, come i freni Brembo e il cambio automatico a sei rapporti. Il tutto mentre dentro sembra di stare in una comoda berlina con il sistema multimediale Sync 2, display da 8 pollici e sistema audio con 9 altoparlanti Sony. Peccato duri sempre troppo poco, con le Americane di passaggio.
 
Alessandro Vai
 
A me, invece, andare a “duecento” interessa (relativamente) poco, perché la scheda tecnica della Mustang 5.0 V8 GT è un’istigazione al traverso, anche in prima, uscendo dal vialetto di casa. Tuttavia, per non farmi cacciare dai vicini o, direttamene, arrestare dal primo pubblico ufficiale disponibile, ho preferito portarla a scatenarsi tra i cordoli dell’ISAM Motor Center di Anagni. Intendiamoci, questa Mustang non è un’auto pensata per la pista, come dimostrano le scelte fatte in tema di sospensioni e di pneumatici, senza contare il suo peso forma che sfiora i 17 quintali.

Tuttavia, se la cava piuttosto bene, a patto di gestire bene i trasferimenti di carico e fin quando le gomme posteriori non gridano “pietà!”. A questo proposito, bisogna sempre ricordare che sul retrotreno c’è solo il 46% del peso, cioè il contrario della perfezione teorica, propria delle auto a motore centrale (anche anteriore, se ben posizionato).
 
Ma io non sono certo qui per cercare il tempo sul giro, anche se percorrendo qualche tornata “pulita” ho apprezzato molto la potenza dell’impianto Brembo e la precisione dell’avantreno. Una bella pestata sul freno e la Mustang si inserisce acquattandosi al terreno come un gatto, “arando” l’asfalto e resistendo al sottosterzo fin oltre l’immaginabile. La fase di percorrenza, invece, è più delicata, perché basta sfiorare il gas e le bordate di coppia del V8 tendono a scaricare l’avantreno, aumentando il sottosterzo piuttosto che facendo girare l’auto da dietro.

Mai come in questo caso, quindi, è importante essere progressivi, così come lo è in fase di uscita di curva, quando il differenziale autobloccante fa del suo meglio per scaricare a terra i newtonmetri, ma non è aiutato dal posteriore abbastanza scarico. Tutto ciò, se si vuole fare i bravi…
 
È molto più divertente, invece, entrare in curva un poco più larghi, stringere di colpo la traiettoria e contemporaneamente affondare il gas. Il sovrasterzo di potenza è praticamente istantaneo, ma anche progressivo e prevedibile. La Mustang procede di traverso facendo fumare le ruote fino al riallineamento e si scompone solo se si cerca il “pendolo” – cioè mantenere il drifing anche nella controcurva successiva - principalmente a causa dell’inversione di rollio piuttosto brusca dovuta alle sospensioni troppo morbide.

A quel punto il testacoda è dietro l’angolo, ma è il prezzo da pagare per salire sulla giostra. Una giostra che, una volta fuori dalla pista, diventa un perfetto mezzo da “cruising”, come dicono gli americani, con il motorone che accetta la quinta marcia anche a 50 km/h, ovvero a poco meno di 1.000 giri indicati. Stupendo, vero? Si, se non fosse per il superbollo da oltre 2.000 euro all’anno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti