Motor Show 2016, torna la festa di tutti

Dal 3 all'11 dicembre alla Fiera di Bologna torna l'appuntamento con il Motor Show: le novità del mercato, i protagonisti del motorsport e le finaliste dell'Auto dell'Anno
Motor Show 2016, torna la festa di tutti
Pasquale Di Santillo
5 min

ROMA. Torna la festa, senza pretese, senza l’ansia di voler replicare qualcosa che (purtroppo) non c’è più. Perchè le cose si modificano insieme al tempo e alle epoche che le accompagnano, di solito mai in meglio. E in fondo è già tanto essere riusciti a creare le condizioni affinchè la festa del Motor Show di Bologna possa almeno esistere e ripartire, dopo tre anni da dimenticare, con due annullamenti per mancanza di espositori (2013 e 2015) e quella del 2014 ancora più triste, con le poche Case presenti senza nemmeno gli stand allestiti... Ma è dura soffocare una passione forte quanto il DNA di un Paese che nonostante le sue infinite difficoltà, resta aggrappato ai sogni che solo quel rombo di motori riesce a riaccendere, che siano a quattro o a due ruote, fa lo stesso. E così da sabato prossimo fino all’11 dicembre torna la festa della Bologna gaudente, cuore della motor valley emilianoromagnola e della fame tutta tricolore per i “mutur”.

SCELTA. Torna la festa e torna sicuramente grazie alla volontà del nuovo patron, Rino Drogo, che compreso il momento difficile, ha fatto una scelta precisa. Sollevare le Case da costi inutili ed eccessivi e rendere così profittevole alle filiali nazionali dei costruttori, la scelta di andare al Motor Show ad esporre le ultime novità. Una scelta obbligata visti i dubbi di molte Case sul futuro dei Saloni, una scelta che alla fine ha pagato visto che ci saranno 40 marchi di tutto rispetto. Dal gruppo FCA al completo, Alfa Romeo in testa, ai francesi di PSA, Peugeot e Citroën, con DS al debutto a Bologna; da Renault e Dacia a Ford che pure aveva saltato il Salone di Parigi, da Land Rover-Jaguar ai giapponesi di Toyota, Suzuki, Infiniti e Mitsubishi, per finire a Mercedes-Smart con Lamborghini, Aston Martin, Bentley, McLaren, Cadillac, Chevrolet, Pagani e Tesla. Senza dimenticare il ritorno di DR con i nuovi SUV cinomolisani. Un bel parterre de roi, dove spicca solo l’assenza del Gruppo Volkswagen (eccezion fatta per Lamborghini), Bmw-Mini e Opel Il resto segue l’antica formula vincente del Motor Show, quella dello spettacolo motoristico live, con gare, test, esibizioni e molti degli amatissimi protagonisti dei campionati di pista e terra che animano il motorsport italiano e internazionale. Bisogna essere sinceri, ci vorrà del tempo - ammesso si riesca - per avvicinare i fasti di un tempo. Ma chissà che a forza di avere pazienza, non si rimettano insieme tutti i pezzi del puzzle.

VALORE AGGIUNTO. Piuttosto, la 39ª edizione del Motor Show torna con qualcosa di diverso, qualcosa di più che regala prestigio alla rassegna bolognse e accenderà i riflettori del pubblico su un altro evento: l’Auto dell’Anno 2017. Per la prima volta infatti ieri sono state rese note le sette finaliste del più autorevole premio automobilistico europeo che tra le sette testate organizzatrici annovera il mensile “Auto”, edito dalla Conti parte integrante del Gruppo Amodei, proprietario di questo giornale. Ma l’autentica novità sta nel fatto che gli spettatori del Motor Show potranno valutare, ammirare nello stand dedicato alla Fiera di Bologna, tutte e sette le finaliste (in rigoroso ordine alfabetico Alfa Romeo Giulia, Citroen C3, Mercedes Classe E, Nissan Micra, Peugeot 3008, Toyota C-HR e Volvo S90/V90). La maniera migliore per avviare quel processo di giudizio che vedrà coinvolti 58 giornalisti di 22 Paesi europei e che si concluderà come da tradizione alla vigilia delle giornate stampa del Salone di Ginevra 2017 il prossimo 6 marzo con l’annuncio della Car of The Year 2017. Insomma, un binomio intelligente, quello tra Motor Show e Auto dell’Anno, che come sempre dovrà passare all’esame del pubblico,. Ma se c’era una maniera per far ripartire la festa, il Motor Show, questa era la migliore, forse l’unica: per pensare a qualcosa di più si doveva sconfinare nel miracolo. E non è aria. Vedremo in futuro.


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