Moss, la Mercedes e quel folle record di 60 anni fa

Dopo le celebrazioni all'Autodromo di Monza,  Mercedes celebra con un emozionante video uno dei più grandi piloti della storia, Stirling Moss, che nel 1955 vinse la 1000 Miglia infrangendo il record di velocità media: 157 chilometri orari.
Moss, la Mercedes e quel folle record di 60 anni fa
4 min
di Pasquale Di Santillo


MONZA - Stirling Moss e Lewis Hamilton: cinquantacinque anni di differenza, due epoche che si parlano, si sfiorano e mostrano un feeling naturale, da piloti, uomini che parlano la stessa lingua e in fondo raccontano capitoli di una stessa storia. Già, 55: un numero che ritorna, come quel 1955, l'anno dei trionfi. Prima il titolo Mondiale di Juan Manuel Fangio vincendo tutte le gare disputate e poi la fantasmagorica Mille Miglia dominata da Stirling Moss con un record di velocità media capace ancora di stupire pensando a strade, gomme e freni a tamburo di allora: 157 km/h nel tragitto Brescia-Roma-Brescia!! Una follia. 

L'ultima gioia per le mitiche Frecce d'Argento prima della tragedia di LeMans nel giugno dello stesso anno, una macchina sulla folla dopo un'incredibile carambola. Un bilancio da incubo, con 80 morti, che convinse i dirigenti di Stoccarda a interrompere la gara di LeMans e chiudere con le corse - intese come scuderia fatta in casa, i motori ha continuato a fornirli - fino all'acquisizione della Brawn GP nel 2009, fino all'inseguimento del titolo coronato da Hamilton lo scorso anno.
 
Ecco il senso di questa congiunzione tra passato e presente, tra gli occhi stanchi ma ancora vivissimi di un arzillo Moss, 85 anni accompagnato dalla moglie Lady Susy, e quelli simpatici e provocatori di Lewis Hamilton, 30 anni con Roscoe al seguito. 
Con loro le "vecchie signore" tirate a lucido: la W 196 R nelle versioni monoposto da F.1 (n.8) a ruote scoperte e la Streamliner sempre da F1 a ruote carenate(n. 722) e infine la w 196 S per le gare del campionato turismo. Sessant'anni di vita e nemmeno una ruga, compresa la voce, quel rombo inconfondibile che scalda i cuori dei puristi e fa rabbrividire Jean Todt, padrino dell'ibrido silenzioso. Il telaio e la meccanica sono gli stessi, cambia il motore, 2.5 per la F.1 il 3.0 per la sport, figlio del genio di un ingegnere-pilota (Rudolf Uhlenhaut) che di fatto salvò la Mercedes subito dopo la guerra convincendo gli americani di stanza a Stoccarda a far riparare da loro le macchine a stelle e strisce. 

Si divertono come bambini Moss e Hamilton a bordo di questi gioielli che ancora funzionano alla grande e arrivano a velocità impensabili sui lunghi rettilinei del circuito di Monza, per non parlare dell'ovale nascosto dagli alberi, un banking che al massimo della sua altezza, tocca addirittura l'80% della pendenza. Se potessero fare a gara, Lewis e Stirling, lo farebbero senza problemi, invece si limitano a giocare, a passare davanti ai giornalisti salutando con la manina per poi accomodarsi e ridere delle rispettive esperienze. 
«Fosse per me - sussurra Lewis - sceglierei sempre macchine con marce e frizione, ti danno soddisfazione. E poi quel rumore, fantastico. Sono sensazione davvero magiche, compresa quella di sentire il vento sulla faccia. Probabilmente non cambierei epoca in cui fare il pilota perché di questa sono figlio ma di certo la curiosità ce l'avrei». «Per favore non scherziamo - confessa Stirling Moss - se solo potessi tornerei a correre ai miei tempi. Non fare mai cambio con l'era tecnologica di oggi, troppa pressione, troppe regole, non so come facciano a divertirsi...». Ma a proposito di tecnologia, l'ultra-ottuagenario è molto più "avanti" di tanti giovani nella vita quotidiana guida una minicar elettrica Renault Twizy. 
 

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