Alfa, Nivola e Mille Miglia: trinomio da leggenda 

Solo due vittorie per il Mantovano Volante alla Mille Miglia al volante dell'Alfa. Ma sufficienti per entrare nella leggenda
Alfa, Nivola e Mille Miglia: trinomio da leggenda ©  Museo Nuvolari
Francesco Colla
4 min

Durante la Prima Guerra Mondiale Tazio Nuvolari prestò servizio come autiere, guidando ambulanze sul fronte orientale. Un giorno l’allora giovane mantovano finì fuoristrada, meritandosi una lavata di capo da parte di un ufficiale: «Dammi retta, lascia perdere, l'automobile non fa per te».

Difficile trovare pronostico più infelice. E la Mille Miglia, la cui 35esima edizione ha preso il via ieri da Brescia, è stata il palcoscenico di alcune delle più memorabili imprese di Nivola. Un connubio inscindibile: il mito Mille Miglia è tale grazie a Nuvolari e viceversa. Un binomio che diventa trinomio con l’addizione di Alfa Romeo. L’anno della svolta è il 1930: lo squadrone Alfa, vincitore delle edizioni ’28 e ’29, aveva snobbato Nuvolari per anni a causa di uno sfortunato test a Monza, ma Vittorio Jano non aveva mai perso di vista il mantovano.

Per la quarta edizione della gara gli offre una 6C 1750 GS “testa fissa.” La vettura era stata presentata l’anno precedente al Salone di Roma e per l’epoca era una vera bomba: i sei esemplari a testa fissa erogavano ben 95 cavalli, potenza che in mano a Nuvolari diventa esplosiva. Alla sua prima Mille Miglia con l’Alfa Tazio fa impazzire l’Italia: vince la corsa ed è il primo pilota che percorre i 1600 chilometri del tracciato a oltre 100 km/h di media.

Entrando nella leggenda del motorsport anche per uno dei tanti aneddoti che riguardano la sua carriera, il famoso soprasso a fari spenti. Negli ultimi chilometri prima del traguardo raggiunge il suo grande rivale Varzi, partito dieci minuti prima di lui, guidando a fari spenti per non farsi scorgere. A spegnerli sarebbe stato il suo coéquipier Giovan Battista Guidotti, il quale avrebbe ripetuto l’aneddoto in una quantità di interviste, incurante delle obiezioni, prima fra tutte quella che il sorpasso fosse avvenuto alla luce del sole. Lo stesso Nuvolari, del resto – il quale sapeva bene che una leggenda consente di entrare nella storia più di una prosaica verità – non avrebbe mai smentito l’aneddoto. Il secondo successo arriva nel ’33, in coppia con Compagnoni, mantovano come Nuvolari, al volante dell’Alfa 8C Zagato 2300 Spider Zagato.

Una vettura che oggi sarebbe definita una supercar: il motore 8 cilindri in linea con compressore era in grado di erogare ben 165 cavalli, per una velocità massima di 165 km/h. I due tagliano il traguardo per primi dopo 15:11'50", completando il percorso a una velocità media di 108,575 km/h e minacciando il record firmato da Borzacchini l’anno precedente, sempre al volante di una 8C Spider. E’ stata la seconda e ultima vittoria di Nuvolari alla Mille Miglia: il terzo successo sarebbe stato sfiorato nel ’48 alla veneranda età di 56 anni con una delle prime Ferrari. Oggi alcune delle vetture di Tazio e degli eroi della Mille Miglia storica sono protagoniste della 35esima edizione della corsa, partita ieri da Brescia e giunta a Padova in serata. Il programma della seconda giornata prevede l’attraversamento di Ferrara, Ravenna, San Marino, Gubbio, Perugia, Terni e Rieti, una lunga tirata fino alla Capitale e al traguardo di tappa di Villa Borghese. Contorno di prestigio della corsa le ultime eredi delle 6C e 8C, Giulia e Stelvio, ultima espressione della sportività Alfa. Chissà che avrebbe combinato Nivola al volante di una Quadrifoglio da 510 cv.


© RIPRODUZIONE RISERVATA