(ANSA) - MILANO, 27 AGO - Si era messo in congedo per malattia
per tre volte, lamentando rispettivamente "enteropatia
tibiotarsica, colica addominale, faringite", ma scendeva lo
stesso in campo, con tanto di casacca, per andare ad arbitrare
delle partite di calcio di serie minori. Per questo motivo un
poliziotto qualche anno fa è stato sospeso per sei mesi con un
provvedimento che è stato confermato in questi giorni dal Tar
lombardo, a cui l'agente aveva presentato ricorso, non
accettando il decreto emanato dai vertici della Polizia.
Lo stesso agente che era in servizio alla Questura di Varese,
tra l'altro, come spiegano i giudici della terza sezione
presieduta da Alberto Di Mario, ha cercato di difendersi
sostenendo "di non essersi reso conto che le attività ludiche
illegittimamente svolte avrebbero potuto aggravare le patologie
di cui lo stesso sarebbe stato affetto". Il decreto di
sospensione risale al 2013, ma alla decisione si è opposto
l'agente presentando il ricorso al Tar e la sentenza è arrivata
cinque anni dopo.
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