La più bella giocata, un prete ai Giochi

Cappellano azzurri don Gionatan racconta PyeongChang in un libro

            
            La più bella giocata, un prete ai Giochi
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(ANSA) - ROMA, 18 DIC - "Lo sport è uno di quei linguaggi universali che supera le differenze culturali, sociali, religiose, fisiche e riesce a unire le persone, rendendole partecipi dello stesso gioco, protagoniste insieme di vittorie e sconfitte. Perciò incoraggio a vivere la dimensione sportiva come palestra di virtù nella crescita integrale degli individui e delle comunità". Nessuno meglio di Papa Francesco riesce a trasmettere il senso de 'La più bella giocata, un prete ai Giochi racconta vita e raccoglie gioia', il libro di padre Gionatan De Marco, direttore dell'Ufficio per la pastorale per il turismo e lo sport della Cei e cappellano degli azzurri, che contiene una presentazione di Giovanni Malagò e la prefazione di mons. Michele Falabretti. Il volume contiene lettere da PyeongChang dove nel febbraio scorso si sono disputati i Giochi invernali. "Lo sport è una declinazione speciale della vita. Sa essere puro divertimento e sana competizione", scrive, nella presentazione, Malagò.

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