PyeongChang 2018, per l'Italia spedizione da record. E Malagò sogna

Dopo Torino 2006, sarà la più alta partecipazione di atleti azzurri alle Olimpiadi invernali: 95 in 102 competizioni
PyeongChang 2018, per l'Italia spedizione da record. E Malagò sogna© ANSA
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ROMA - A 30 giorni dalle Olimpiadi invernali in Corea del Sud al CONI si respira un'aria rilassata. E soprattutto una voglia di andarsi a giocare le proprie carte con quella che - Torino 2006 a parte - sarà la spedizione con la più alta partecipazione di atleti azzurri. «Non abbiamo mai avuto una rappresentatività così alta ad eccezione di Torino: siamo in gara in 95 delle 102 competizioni presenti, in tutti gli sport tranne che nell'hockey», spiega il numero uno Giovanni Malagò in occasione della presentazione del palinsesto olimpico targato Rai. A illustrare i numeri della delegazione dell'ItaliaTeam, ci ha pensato il capo missione olimpica, Carlo Mornati: «Ad oggi abbiamo 129 atleti, 76 uomini, 53 donne. Avremo una delegazione di circa 270 persone tra tecnici, dirigenti e allenatori». Su circa 3000 atleti in gara in rappresentanza di 88 comitati olimpici, il calcolo è presto fatto: la presenza dell'Italia sulle nevi di PyeongChang è di circa il 4,3% dell'intero globo. Con cifre del genere, lecito sognare, tanto che Malagò non ha mai nascosto il suo sogno di andare «in doppia cifra». Migliorando le 9 medaglie di Sochi 2014, magari con un oro che manca nel medagliere azzurro invernale da quello ottenuto nel penultimo giorno di Vancouver 2010 da Giuliano Razzoli nello slalom speciale maschile. «Quando si torna si fa il conto della serva con le medaglie - spiega ancora Mornati - l'Italia parte con 114 medaglie vinte nella sua storia e il decimo posto virtuale nel ranking olimpico invernale, siamo andati in doppia cifra cinque volte anche se Lillehammer è un sogno: 20 medaglie vinte è successo solo una volta in cento anni». La road map: il 26 gennaio pre-apertura dei villaggi con la prima delegazione del Coni che prenderà consegna degli alloggi, due giorni dopo registrazione delle squadre e iscrizioni ufficiali, l'8 febbraio alza bandiera ufficiale e il 9 la cerimonia di apertura.

PREMIO NOBEL - I nordcoreani alle Olimpiadi di PyeongChang è «un messaggio politico strepitoso, un miracolo dello sport». Sono passati i tempi in cui Giovanni Malagò perdeva il sonno per la sicurezza e la minaccia nucleare di Kim Jong Un. Con il ritorno al dialogo tra le due Coree e l'accordo con Seul per allungare i tempi di iscrizione e consentire anche ai cugini del Nord di allargare il più possibile la partecipazione dei loro atleti alle prossime Olimpiadi invernali, il peggio è passato e il numero uno del Coni lo dice con orgoglio: «Lo sport ha fatto un miracolo: non solo tutte le nubi si sono dissipati, laddove non sono riusciti i grandi della terra è riuscito lo sport. In un mondo in cui si litiga su troppe cose, questa è la conferma di un linguaggio universale». E lo stesso Malagò rivela un aneddoto: «Si sta creando un movimento di opinione fortissimo, se tutto questo risolve il problema delle due Coree, qualcuno sta pensando di candidare il Cio al premio Nobel per la pace». 


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