Il ds Pisoni: «Una Moioli nasce ogni vent'anni»

Il direttore sportivo dello snowboard azzurro celebra la sua campionessa: «Ha una determinazione incredibile, ha fatto la storia di questo sport». Poi attacca gli Usa: «Non siamo acrobati ma atleti»
Il ds Pisoni: «Una Moioli nasce ogni vent'anni»© AFPS
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PYEONGCHANG - Il direttore sportivo dello snowboard azzurro, Cesare Pisoni, parla a ruota libera nel giorno della grande festa. Prima un appassionato elogio alla "sua" campionessa, che ha appena conquistato l'oro olimpico nello snowboardcross alle Olimpiadi di PyeongChang, il primo oro per l'Italia nella storia dello snowboard, il secondo della spedizione azzurra in Corea del Sud. Poi un altrettanto accalorato attacco a chi, come gli statunitensi, vorrebbe fare di questo sport una specialità circense. 


«UNA OGNI VENT'ANNI» - «Una come Michela nasce una volta ogni vent'anni - dice Pisoni, inchinandosi alla classe della 22enne bergamasca - Ha una determinazione incredibile, oggi ha fatto la storia di questo sport, a tutti i livelli. Anche se voglio sottolineare il lavoro che c'è dietro questo trionfo: quello dei nostri snowboard club, che hanno permesso di formare un bel gruppo».

«LA PIU' FORTE DI TUTTI» - Poi Pisoni torna a celebrare la forza della Moioli. «Ci ha regalato il primo oro dello snowboard e la prima medaglia in assoluto nel cross - spiega il ds - E' da quattro anni, da quando ha avuto quell'infortunio a Sochi 2014, che lavora per questo obiettivo, ha fatto un sacco di sacrifici e questi sono i risultati. Ha dimostrato di essere la più forte, è stata solida su una pista che non era la nostra pista».

«FORTE COME GLI UOMINI» - Il lavoro per arrivare a quest'oro è stato maniacale, fatto di infiniti dettagli tecnici. «Abbiamo lavorato tanto sulla partenza - spiega ad esempio Pisoni - che si adattava alle sue caratteristiche. Ci sono atlete più leggere di lei, che partono davanti, ma grazie alla sua potenza, alla sua forza, è riuscita a superarle. Fisicamente ha livelli di forza che non hanno nemmeno alcuni maschi. E' giovanissima e ci può dare grosse garanzie per il futuro».
L'ATTACCO AGLI USA - Poi, pian piano, il discorso va sul modo di intendere lo snowboardcross. Ed è lì che Pisoni si scalda di più, prendendosela in particolare con gli americani. «Ieri - dice riferendosi alla gara maschile - undici atleti sono finiti all'ospedale ma per la gara femminile siamo riusciti a far modificare la pista e a renderla più sicura e mi auguro che in futuro lo snowboardcross venga promosso nel migliore dei modi per quanto riguarda la sicurezza. Questo non è uno sport da acrobati o scavezzacollo ma di atleti veri, come Michela. Il nostro e' uno sport accattivante, serio e professionale, mi piange il cuore quando leggo "gli acrobati dello snowboard" perché parliamo di veri atleti. Sono gli americani che cercano di estremizzarlo, loro vogliono vedere il sangue, la nostra è invece una cultura alpina sportiva». Una cultura che ha regalato all'Italia una campionessa come Michela Moioli. Di quelle che nascono una volta ogni vent'anni. Teniamocela stretta.


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