I sogni di Ferlito, Gwend e Fabian a Rio

I tre ambasciatori dell'Happy Meal Sport Camp sognano una grande olimpiadi e si sono confessati al nostro sito.
I sogni di Ferlito, Gwend e Fabian a Rio
Andrea Ramazzotti
8 min

È tutto pronto per le Olimpiadi che si terranno in Brasile a partire dal 5 agosto. La ginnasta Carlotta Ferlito, la judoka Edwige Gwend e il triatleta Alessandro Fabian, ambasciatori dell’Happy Meal Sport Camp, durante l’anno portano lo sport nelle piazze italiane affinché i bambini possano provare discipline differenti gratuitamente per poter scegliere l’attività a loro congeniale. Sarà Carlotta, la prima tra i tre, a scendere al Rio Olimpyc Arena il 7 agosto dove l’aspetteranno i turni di qualificazione della ginnastica artistica. L’atleta catanese sarà impegnata nella trave, nel corpo libero, nell’all around e nella prova a squadre. Il 9 agosto sarà il turno di Edwige Gwend che scenderà sul tatami nella categoria dei 63 kg con l’obiettivo di rivincita rispetto ai giochi londinesi quando dovette cedere il passo alla cinese Xu Lili, poi arrivata in finale. A chiudere il 18 agosto sarà Alessandro Fabian, il triatleta padovano che scatterà alla partenza del percorso immerso nel suggestivo contesto di Fort Copacabana per migliorare lo storico 10° posto di Londra, risultato mai raggiunto prima da un italiano in questa disciplina. Dopo l’esperienza nelle piazze carioca, gli atleti torneranno in Italia e racconteranno la loro avventura ai bambini che parteciperanno alle Feste dello Sport, organizzato da McDonald’s, domenica 18 settembre a Padova e domenica 1 ottobre a Reggio Calabria. Intanto li abbiamo intervistati a pochi giorni dalla partenza per Rio.

Quali sono i vostri obiettivi per Rio?
Carlotta Ferlito: “A Rio voglio dare il massimo. L’Olimpiade è la competizione per eccellenza che capita una o due volte nella vita e la voglio vivere al meglio per riuscire a riportare a casa un bagaglio di emozioni e soddisfazioni. Il mio sogno è riuscire a qualificarmi in più finali possibili e una volta lì giocarmela con le migliori al mondo.
Edwige Gwend: “L'obiettivo di ogni olimpionico è quello di ambire a raggiungere la medaglia più pesante. Sarebbe un’emozione che mi ripagherebbe di tutti i sacrifici fatti. Gareggerò con gioia e spensieratezza, voglio poter far tesoro di ogni momento cercando di dare il meglio di me”.
Alessandro Fabian: “La meta da raggiungere a Rio è chiara: tornare in Italia con una medaglia al collo. Gli atleti puntano sempre al massimo e a migliorare i propri risultati e le proprie prestazioni, l'obiettivo a Rio, quindi, sarà migliorare il mio 10º posto di Londra e, magari, salire sullo scalino più alto del podio”.

Siete tutti alla seconda olimpiade: cosa avete imparato a Londra 2012? Cosa vi porterete a Rio come esperienza?
C.F. “A Londra avevo 17 anni e non avevo la maturità sportiva per riuscire a gestire l’ansia. Inoltre aprii l’Olimpiade azzurra in un attrezzo che non mi è mai stato congeniale: le parallele. Ho vissuto talmente male quel momento che non ricordo praticamente niente dei miei esercizi, ero come un automa che doveva svolgere il suo compito. Per questo la cosa a cui tengo di più, per Rio, è godermela al massimo, dalle gare alla vita nel villaggio Olimpico”.
E.G. “Dopo l’esperienza di Londra, che purtroppo fu breve perché passato il primo turno persi poi con la cinese che si classificò seconda, porto con me l'entusiasmo del potermi rimettere in gioco e poter sfidare gli atleti migliori al mondo. Poter partecipare alla competizione alla quale ogni sportivo ambisce, per la seconda volta, è un per me un privilegio. Londra è stata un’ottima palestra di emozioni, delusioni e riscatto: a Rio avrò la mia rivincita”.
A.F. “Gli anni che mi separano da Londra mi hanno cambiato molto, potrei riassumerli con due parole, consapevolezza e maturazione. Sono stati anni caratterizzati da diversi infortuni che mi hanno forgiato e mi hanno portato a concentrarmi su variabili non tecniche: dove il mio fisico non può arrivare, pongo l'attenzione su ciò che lo guida”.

Quali sono gli avversari o le nazionali che temete di più?
C.F. “La più grande avversario da battere, per me, è la paura. Ho tanto allenamento alle spalle e nell’ultimo anno ho fatto grandi passi avanti perciò mi sento pronta, devo solo fare del mio meglio senza farmi prendere dall’ansia di sbagliare. Le nazioni che temo di più sono Usa, Russia, Cina e il Brasile che gioca in casa, con loro sarà una bella lotta per la finale a squadre.
E.G. “A esser sincera non ci sono atlete che temo particolarmente. Ci saranno però tre avversarie alle quali dovrò prestare particolare attenzione: la francese Agbegnenou, la slovena Trstenjak e la giapponese Tashiro. Nonostante loro siano judoka, a livello tecnico, molto preparate, io sono positiva. Voglio mantenere la concentrazione così una volta salita sul tappeto non avrò paura di nessuno”.
A.F. “Il triathlon è uno sport che mette a dura prova la resistenza fisica. Ci sono quattro atleti molto preparati e che temo particolarmente e sono i fratelli inglesi Brownlee, lo spagnolo Gomez e il francese Luis. Nonostante loro siano nel ranking mondiale in una posizione migliore della mia, l’Olimpiade è una gara piena di sorprese che lascia ampio spazio ai colpi di scena quindi fare pronostici anche sugli avversari può essere inadeguato”.

Qual è il vostro rapporto con il Brasile?
C.F. “È la prima volta che vado in Brasile e, all’emozione dei giochi olimpici, c’è la curiosità di poter conoscere una paese, una città, una popolazione così lontana dalla mia. Amo viaggiare e quest’anno riuscirò a coronare due sogni nello stesso momento”.
E.G. “Questa non è la prima volta per me in Brasile. La prima volta che ho visitato il paese ho avuto la fortuna di poter toccare con mano la vera essenza brasiliana. Quello che più mi ha colpita è stata la gioia di vivere che incontravo negli sguardi delle persone nonostante vivessero in una situazione difficile. La gente non si privano quasi mai del sorriso e credo che dovremmo imparare molto da una popolazione così positiva”.
A.F. “Quest'anno è la seconda volta che gareggio in Brasile. La prima volta che ho avuto la fortuna di vedere il paese sono rimasto affascinato dalla sua cultura, dalla natura circostante e dalle persone. Sento un legame con la popolazione brasiliana perché sono molto vicini a me: la spensieratezza, la felicità e il divertimento sono alcune delle cose che caratterizzano la mia vita”.

Cosa vorreste vedere nella città che ospiterà le Olimpiadi?
C.F. “Quello che mi piace provare, in ogni posto nuovo che visito, è il cibo. Amo testare e sentire nuovi gusti che mi avvicinano alla popolazione natia e mi fanno sentire parte di un mondo così lontano dal mio. Voglio vivere al massimo questo viaggio perché so che potrò riportare una valigia piena di novità”.
E.G. “Vorrei poter visitare ancor di più il Brasile, è cosi immenso e vi sono indubbiamente luoghi stupendi. Vorrei tanto poter vedere il Parque Florestal da Tijuca, immergermi nella natura e rilassarmi dopo quattro anni di impegno e lavoro”.
A.F. “La cosa che vorrei poter provare è stare con i brasiliani, viverli, sentirli, respirarli. Dalla loro cucina, alle grandi città, alle bellissime spiagge, alla foresta Amazzonica, polmone del nostro pianeta. Anche se per provare e assaporare momenti come questi mi prenderò una bella vacanza e magari potrei girarla con l'autostop”.


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