Volley: Rio 2016, il bronzo va sul collo degli statunitensi

Grande rimonta della formazione di Speraw che sotto 0-2 risalgono la china finendo per imporsi 3-2 (23-25; 21-25; 25-19; 25-19; 15-13) sulla Russia. Decisivo William Priddy, inserito al posto di Russell, che ha messo a terra 18 palloni vincenti
Volley: Rio 2016, il bronzo va sul collo degli statunitensi© Fivb
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RIO DE JANEIRO (BRASILE)- Gli Stati Uniti si consolano della sconfitta in semifinale per mano dell'Italia conquistando la medaglia di bronzo superando per 3-2 (23-25; 21-25; 25-19; 25-19; 15-13) la Russia nella finale per il terzo posto.

E' stato un match vibrante quello fra la formazioni di Speraw e Alekno, diviso in due fasi ben distinte: la prima nettamente favorevole alla Russia, la seconda marcatamene a stelle e striscie.

I Campioni Olimpici uscenti sono partiti subito forte, positivi in ricezione, attenti in difesa, soprattutto efficaci al muro. Gli Stati Uniti hanno patito non poco in attacco dove il solo Anderson riusciva in maniera positiva a contrastare la dirompente forza degli avversari. La Russia giocava con continuità per due set mentre Lee e compagni procedevano a strappi. Quanto visto in campo produceva due set dall'analogo svolgimento con i russi in entrambi casi capaci di produrre i break decisivi nei momenti decisivi.

Dal terzo set in poi l'inerzia del match cambiava improvvisamente. La tenuta fisica di Volvich e soci cominciava a venir meno mentre in campo statunitense saliva in cattedra quel grande campione che risponde al nome di William Priddy, tenuto in panchina per tutto il torneo da Speraw, che entrava in campo con la rabbia e la voglia di un ragazzino, pur essendo all'ultima uscita della sua carriera con la maglia degli Usa.

Pallone dopo pallone Holt e soci diventavano padroni del campo, miglioravano in ogni fondamentale, soprattutto a muro. Anderson tornava a crivellare dalle bande.

Gli Usa vincevano con buon margine il terzo e quarto set e conquistavano il diritto di giocarsi la medaglia al tie break.

La quinta e decisiva partita viveva in sostanziale equilibrio fino alle fasi conclusiva dove gli Usa producevano lo sprint decisivo. Ancora un sussulto nel finale, quando i russi annullavano due match point, poi una bomba di Anderson chiudeva il match e regalava ai compagni la soddisfazione di salire sul podio.


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