Rio2016: Judo. Rafaela "Neymar mi ha convinto a non smettere"

Dagli insulti di Londra al primo oro del Brasile ai Giochi
Rio2016: Judo. Rafaela "Neymar mi ha convinto a non smettere"
3 min

RIO DE JANEIRO (BRASILE) (ITALPRESS) - Oggi e' un'eroina, la donna che ha regalato il primo - e fin qui unico - oro al Brasile ai Giochi di Rio de Janeiro. Ma la vittoria di Rafaela Silva parte da molto lontano, dalla favela di Cidade de Deus ("quando avevo cinque anni tutto quello che volevo fare era giocare per strada ma era molto complicato") e soprattutto da Londra 2012, da quell'eliminazione che aveva scatenato la rabbia dei brasiliani. Rafaela e' stata ricoperta di insulti, anche a sfondo razzista con chi le dava della scimmia. E 4 anni dopo si e' presa la sua rivincita, merito anche delle tante persone che le sono state a fianco. "E' stato molto difficile, avevo 19 anni, era la mia prima Olimpiade e volevo solo poter sognare - racconta oggi la nuova campionessa olimpica di judo nella categoria dei 57 kg - Ho pensato di smettere, non volevo piu' ricevere insulti. Ma ho ricevuto un messaggio da Neymar e da altre leggende dello sport, mi dicevano di non mollare. Ed e' per questo che dico che la gente deve sostenere gli atleti brasiliani, anche quando stanno perdendo, perche' sacrificano la loro vita per lo sport". Rafaela ha vinto gli insulti ma anche la poverta'. "Il judo mi ha cambiato la vita. Non avevo sogni, ne' obiettivi. Il mio unico sogno era avere una bicicletta e qualche bel vestito. Nel judo do il massimo perche' so che cosi' posso aiutare la mia famiglia". In molti hanno criticato i Giochi per il costo economico sostenuto "ma e' dove gli atleti realizzano i loro sogni, e' lo spirito del judo e dello sport. Amo competere in Brasile, a Rio ho vinto anche il titolo mondiale e i tifosi mi sono stati di grande aiuto. Mentre stavo perdendo ho visto gli spalti e tutti sembravano delusi per il fatto che ero quasi eliminata. E allora ho cercato di ribaltare tutto e ho vinto l'oro. E' successa la stessa cosa alle Olimpiadi e so di aver regalato una gioia al popolo brasiliano". Adesso Rafaela vuole tornare con l'oro al collo nella sua favela. "I ragazzini vanno a casa di mia zia e le chiedono quando tornero', voglio essere una fonte d'ispirazione per loro, perche' vadano anche all'universita' e abbiano dei sogni". E poco importa se il Brasile continuera' a rimanere famoso per il calcio. "Un bambino puo' comprare un pallone per due reais (50 centesimi di euro, ndr) ma credo che si possano fare altri sport e poi, anche nel calcio, abbiamo adesso pure una squadra femminile. E' un passo avanti".
(ITALPRESS).


© RIPRODUZIONE RISERVATA