Roberta Amadeo: «Voglio lavorare per portare talenti italiani alle Paralimpiadi»

Tornata dalla bellissima ma faticosa esperienza del Maiorca Handbike Tour, la campionessa ed ex presidentessa AISM racconta la sua volontà di formare giovani ciclisti per il futuro
Roberta Amadeo: «Voglio lavorare per portare talenti italiani alle Paralimpiadi»
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Si è da poco concluso il Maiorca Handbike Tour e Roberta Amadeo, campionessa di questa disciplina ed ex presidentessa AISM, non poteva mancare. Una manifestazione diversa dal nostro Giro d'Italia ma comunque bella e stimolante. Nonostante i mille impegni da sportiva, Roberta non perde occasione per dare il suo contributo all'Associazione: il suo prossimo obiettivo è lavorare sulle partecipazioni dei giovani con SM alle gare di ciclismo per avere, tra qualche anno, rappresentanti azzurri alle Paralimpiadi. 

Che esperienza è stata la Maiorca Handbike Tour?

«Molto bella e faticosa, una fantastica sfida. Quattro giorni di gare con le quali confrontarsi, percorsi molto duri e pochi metri in piano. È bello soprattutto perché è organizzato da ragazzi giovani che da quattro anni mettono in piedi la manifestazione. Conosco Martin, uno degli organizzatori, che ha invitato me e altre persone a partecipare». 

Il percorso si svolge tutto a Maiorca?

«Sì, ad Alcudia nella parte nord dell'isola. Lì ci sono tutte le spiagge e le alture. Maiorca poi è famosa per il ciclismo e i ciclisti: appena arrivi, soprattutto al nord, non vedi altro che negozi di biciclette e affitta biciclette. Addirittura il 90% degli alberghi possiede un locale per tenere le biciclette al sicuro. E poi devo dire che ci sono percorsi molto belli».

In quanti avete partecipato al tour?

«Non è esattamente dietro l’angolo ed è molto duro. Hanno accettato la sfida in 35, di cui 5 donne e 6 italiani. È stato il primo anno con una partecipazione di atleti del nostro Paese».

Quindi un’esperienza positiva?

«Sì certo. Sapevo che sarebbe stata dura, ma non me l’aspettavo così. In più il tempo non ha aiutato. Il giro funziona a staffetta, normalmente sono tre giri a testa alternati. Siamo arrivati terzi, mentre per primo è arrivato un team italiano molto forte. Abbiamo fatto una gran bella figura: nonostante le condizioni metereologiche avverse siamo riusciti a concludere le gare senza troppi problemi. Il terzo giorno avevamo la gara in salita, quella più tosta, e c’era molto vento, era pericoloso e per questo motivo hanno tagliato un po’ il percorso. L’importante era portare a casa il risultato, anche se non nascondo che in certi punti mi sono chiesta “chi me lo ha fatto fare?”. È stato difficile, ma alla fine pensavamo solo a come poter far meglio il prossimo anno perché bisogna avere un obiettivo per portare avanti una sfida così tosta».

Noi ti abbiamo seguito anche con il Giro d’Italia. Hai trovato differenze nell’organizzazione? Come vivono all'estero queste manifestazioni?

«Sono cose molto diverse. Il Giro d'Italia ha la particolarità che tutti possono vedere i movimenti che vengono fatti, la formula è giusta: tocca i centri abitati, le persone possono assistere. A Maiorca, invece, per come è strutturata la gara è impossibile vedere tutti i passaggi. È sicuramente un percorso molto bello per i ciclisti, perché non ripassi negli stessi luoghi, un po' meno per il pubblico». 

AISM ha toccato un traguardo molto importante. Come pensi stia andando questo 50° anno?

«Non ci si ferma a cinquant’anni, continuiamo a cercare di dare risposte. Questo è il mio pensiero. L’aspetto che spero che di portare avanti, e ci riuscirò, è lavorare sulle partecipazioni nelle gare di ciclismo. Ho incontrato tanti ragazzi e voglio formare un gruppo di lavoro sulle classificazioni. Per partecipare alle gare devi iscriverti alla Federazione e sottoporti a una visita: la sclerosimultipla non è citata, invece dovrebbe rientrare tra le patologie che devono essere riconosciute e valutate, perché le situazioni vanno verificate da soggetto a soggetto. Adesso è il momento di lavorarci così tra qualche anno, forse, ci sarà qualcuno a difendere i colori italiani alle Paralimpiadi. Siamo comunque fiduciosi e se adesso ho la possibilità di contribuire, voglio farlo anche a favore di altri».

 

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