<p class="p1">Tradizione sartoriale. Un’arte che non smette mai di stupire</p>

Niente compromessi sull’importanza della tradizione sartoriale. Tricolore o britannica, poco importa. Un patrimonio di eccellenza da valorizzare e celebrare
Tradizione sartoriale. Un’arte che non smette mai di stupire
Monica Codegoni Bessi
4 min

SCUOLA ITALIANA VS INGLESE - Sulla sartorialità non si scherza. Quella cura, quel savoir-faire artigianale che parla di un’arte di grande sapienza manuale, e continua a rivendicare il suo posto nel panorama moda mondiale. Nonostante l’avvento dello sportswear, dei capi urban e la moltitudine di contaminazioni. E se alla scuola britannica, quella di Savile Row, la strada delle più importanti sartorie inglesi, viene riconosciuto un forte legame ai codici del bel vestire classico come si conviene al gentleman tanto legato alle buone usanze, a quella italiana si riconoscono talento e coraggio nel mettersi in gioco pur sempre mettendo al primo posto la qualità. Dei marchi presenti sul mercato, tra gli italiani c’è chi non nasconde di rendere omaggio alla tradizione inglese mentre altri, soprattutto appartenenti a quel Sud che di portare alta la bandiera della sartorialità Made in Italy è più che fiero, rivendicano la propria italianità. Certo è che l’uomo di oggi, quello che ama sentirsi ed essere elegante, che sia più discreto o invece ami osare con uno spirito più individualista, non viene certo deluso. E se linee sobrie e colori scuri sono prerogativa della scuola inglese, a quella italiana si deve un’esaltazione maggiore del corpo con linee più asciutte, un’attenzione ai dettagli e alle rifiniture maniacale, e un utilizzo senza timori del colore.

 

S/S 2015 - Tra gli italiani, Alessandro Martorana crea abiti su misura, ispirati alla maniera inglese. Manuel Ritz invece punta sulla tradizione sartoriale dell’ Italian Style con un uso non convenzionale di materiali, forme, vestibilità e dettagli, dal risultato molto attuale. Per la primavera/estate 2015 rilancia un must di fine Settecento: il gilet abbinato alla giacca nei tessuti, texture e colori. Made in Soragna, Parma, sono invece i capi firmati Caruso, marchio il cui 10% della produzione è dedicata al “su-misura”, con una media di 1000 capi al mese. Celebre worldwide la raffinatezza di Ermenegildo Zegna Couture, per chi non scende a compromessi in quanto ad eleganza.

LO DICE ANCHE PITTI UOMO - E che il formalwear mai conosce tramonto ce lo ricorda anche l’edizione 88 di Pitti Uomo. Carlo Brandelli, direttore creativo di Kilgour, in veste di Designer Project presenta per la prima volta in Italia la sua visione che unisce l'arte e il patrimonio di Savile Row unita ad aspetti del design contemporaneo. Un posto di rilievo all’interno del salone continua ad averlo Just Like A Man, il progetto espositivo che celebra l’anima più esclusiva del classico maschile. E sulla scia del progetto #laviadelluomo dedicato alla milanese via Gesù, a Just Like a Man va in scena anche la speciale installazione “Le vie dell’Uomo”, che racconterà a ogni edizione le vie del lusso e della moda maschile di tutto il mondo. Nell’anno dell’Expo esordisce con Milano e Via Gesù, che per l’occasione si trasferisce a Firenze: “A Gentleman's Notes”, la street-map illustrata con il concept e i marchi partecipanti al progetto, verrà riprodotta all’ingresso del piano Attico del Padiglione Centrale.

 

OMAGGI D'OLTREOCEANO - Ma alla sartoria dello stivale si rende omaggio anche oltreoceano: Saks Fifth Avenue promuove una selezione di brand italiani in tutti i negozi Saks degli Stati Uniti. Per tre settimane a partire dal Father’s Day il 21 giugno, sei vetrine nel flagship store Saks di New York e negli altri 39 store, saranno dedicate a questo progetto. Insomma, chi ama vestire formale pare non avrà nulla da temere. E che sia addicted della scuola inglese o quella italiana, poco importa. Non c’è che l’imbarazzo della scelta.


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