Stile e qualità. Sono questi i nostri punti vincenti

Massimo Carraro e Morellato Group
Stile e qualità. Sono questi i nostri punti vincenti
Andrea Brambilla
5 min

INTERVISTA A MASSIMO CARRARO, PRESIDENTE E AMMINISTRATORE DELEGATO DI MORELLATO - Morellato un marchio italianissimo che negli ultimi vent'anni sotto la guida di Massimo Carraro ha saputo crescere e trasformarsi diventando una delle più interessanti realtà del settore dell'orologeria e gioielleria senza però perdere le sue origini e tradizioni, come la realizzazione di cinturini per orologi di grande qualità. Carraro ha saputo affiancare a mar- chi come Sector e Philip Watch brand della moda dai nomi altisonanti, Trussardi, Pepe Jeans e Just Cavalli; ma anche dell'auto con Maserati, e ci spiega come ha fatto.

Brand di proprietà e brand in licenza come differenzia questi due mondi?

“Questa divisione fa parte del nostro progetto. Noi partiamo con dei brand proprietary che sono già differenti tra loro. Perché Morellato è il gioiello ma è anche l'orologio gioiello, femminile ed elegante; Sector No Limits l'oroogio sportivo; Philip Watch quello senza tempo, classico di design e swiss made. A questi brand abbiamo in questi anni affiancato con le licenze marchi di grande appeal internazionale scelti in maniera che si integrassero tra di loro. Il mondo dell'uomo con Maserati; quello della moda con Trussardi, realizzati con Gaia Trussardi e quelli più glam di Just Cavalli o più giovani di Pepe Jeans. I brand per nostra scelta sono differenti tra loro, al punto che la parte stilistica stessa è gestita da team diversi». 

Che collaborazione c'è con i brand? 

“Dipende, le licenze che funzionano meglio sono quelle dove lo stilista è coinvolto direttamente nel progetto. Così da trasferire meglio il dna della marca nell'ambito dell'orologeria. È importante questo rapporto con lo stilista, deve essere una vera collaborazione”. 

Cosa pensa degli smartwatch, cambieranno il mondo dell'orologeria?

“Non c'è dubbio che queste nuove tecnologie a tendere rappresenteranno una quota importante del mercato, ma una quota, perché poi le esigenze del consumatore sono le più diverse. Ritengo che nell'orologeria, la meccanica, il movimento, la complicazione, rappresentino un patrimonio anche tecnologico diverso ma non meno importante dell'elettronica. Io credo che sia una sfida tutta positiva perché diventerà un modo per ridare centralità al mondo dell'orologio. E anche negli smartwatch il design sarà determinante, è l'insegnamento che ci ha lasciato Steve Jobs”. 

Tra i giovani l'orologio è sempre meno diffuso?

“Analisi di mercato dicono che i giovani cominciano a portare l'orologio quando entrano nel mondo del lavoro, quindi non è più legato all'età anagrafica”. 

Quanto persa l'estero per voi? 

“Molto, i nostri mercati più importanti sono Sud Europa, Medio Oriente, Cina e Nord America. Negli ultimi anni le soddisfazioni ci sono venute dai mercati esteri, anche se questi primi tre mesi del 2015 segnano un ritorno dell'Europa e dell'Italia. Lo vediamo nella nostra rete retail, abbiamo circa 160 punti vendita nel no- stro Paese, e registriamo un segno positivo a due cifre. Era qualche anno che non accadeva”. 

C'è anche da noi un ritorno all'acquisto? 

“Direi di si, c'è un clima più positivo, ma anche in Francia e Spagna. Il grande malato sembrerebbe più in salute. Questo è coerente con altri mercati, come ad esempio l'automobile”. 

Cosa vorrebbe aggiungere a Morellato? 

“In termini di brand direi che il portafoglio che abbiamo costruito sia di assoluta eccellenza. La mission di Morellato Group in questi ultimi vent'anni era di rappresentare sia nel gioiello che nell'orologio l'eccellenza della tradizione e design italiano e mi sembra ci siamo riusciti ampiamente. Come modelli di orologi abbiamo tante idee, magari da sviluppare con un grande designer italiano”.  

 


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