© FOTO SCHICCHIBOLOGNA - Vita dura quella degli attaccanti. Ci sono periodi in cui ti trovi da solo, in una stanza chiusa, al buio. I gol stanno fuori. E tu non hai la chiave per uscire. E’ lì, da qualche parte; ma chissà dove. Mattia Destro quest’anno è ancora a secco. Dodici giornate di campionato, senza entrare nel tabellino dei marcatori. Non gli era mai successo. L’ultimo timbro porta la data del 14 maggio: doppietta al Pescara, si era al tramonto dello scorso campionato. Sono passati sei mesi. E Destro non si è ancora sbloccato.
MOMENTO NO - Se si considerano gli attaccanti che hanno vestito la maglia rossoblù negli ultimi vent’anni, ci si accorge subito di una cosa. Destro sta nella terra di mezzo. Non ha fatto così bene da meritare di salire sul podio dei migliori; non ha fatto così male da certificare il fallimento della sua avventura a Bologna. Non ancora, almeno. E’ capitato anche ad altri suoi colleghi - in tempi recenti - di incepparsi. A Di Vaio successe nel finale di campionato della terza stagione in rossoblù: sette giornate senza segnare, che sommate alle otto dell’inizio del campionato successivo - l’ultimo in serie A - portarono ad un periodo di astinenza di quindici giornate. (Quelle di Destro, tra l’anno scorso e questo, sono quattordici). L’attuale club manager, anche in questi giorni di crisi, si sta dando da fare - parlando, ascoltando, incitando - per trovare i tasti giusti per «ricollegare» Mattia con il suo mestiere, che è poi quello di fare gol.