Calciomercato Fiorentina, Babacar è un giallo da chiarire

Dal rinnovo mancato alle panchine e ai gol: i viola hanno bisogno del Khouma e viceversa
Calciomercato Fiorentina, Babacar è un giallo da chiarire© SESTINI MASSIMO
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FIRENZE - Simeone merita chance e occasioni, indiscutibile, ma qual è il ruolo di Khouma? Può lottare per un posto da titolare con o senza Giovanni? L’impressione è che ci sia qualcosa di non detto che tiene tutto sospeso. Proviamo ad elencare quel che è pubblico e quello che pare sia sommerso. Pare, restiamo a quanto ufficioso e mai annunciato pubblicamente. Questa estate, ci è stato detto, la Fiorentina avrebbe proposto a Khouma l’allungamento del suo contratto che scadrà esattamente nel 2019. Il tutto senza miglioramento economico perché Babacar è ancora il giocatore dall’ingaggio più ricco, circa 1,3 milioni di euro. Babacar e il suo procuratore Mino Raiola avrebbero risposto picche. Nessun rinnovo. A questo punto la Fiorentina avrebbe verificato la possibilità di cedere il senegalese che aveva un buon mercato, in Inghilterra e Germania, oltre alle richiesta fatte ufficialmente dalla Spal attraverso un ex tecnico del giocatore viola, Semplici. Nella logica della Fiorentina attraverso la cessione di Babacar sarebbero potuti arrivare gli euro necessari per l’acquisto di un altro attaccante. Risposta negativa pure a questa eventualità. Da qui sarebbe nata la convinzione che Khouma volesse solo aspettare il tempo mancante a liberarsi a zero euro, per vendersi in proprio ad alta quotazione e a club graditi. Vero? Ripetiamo, di ufficiale fin qui non c’è stato niente. Ma le verità ufficiose fanno più rumore dei silenzi. E Babacar fin qui è stato in silenzio. Per scelta? Perché «silenziato» dalla società?

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GOL E PANCHNE - Resta il fatto che il giallo è rimasto giallo e Khouma resta in buona parte in panchina. Urge un chiarimento, su questo non ci sono dubbi perché la Fiorentina ha bisogno di Babacar e Babacar ha bisogno di giocare. Lo dicono anche i numeri: 285 minuti giocati complessivamente in campionato, tre gol (tutti da subentrato, in media uno ogni 95 minuti) più un rigore procurato. Fin qui è rimasto tre volte in panchina, contro Bologna, Juventus e Udinese: non è mai stato schierato da titolare. Col Benevento ha rilevato Cholito, segnando alla sua maniera, da padrone dell’area piccola; col Torino, tre giorni dopo, ha trasformato un penalty conquistato da Chiesa, ripetendosi pure all’Olimpico contro la Lazio, nello stadio dove con la Primavera ha sollevato la Supercoppa Italiana. Tocca a lui scrivere una nuova storia.


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