Tennis, Kalvins: «Il meldonio non è doping: migliora il sesso»

Parla l'inventore del farmaco che ha portato alla sospensione di 172 atleti, tra cui Maria Sharapova
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ROMA - Macché doping, macché droghe, il meldonio - il farmaco per il cuore inserito dal 1 gennaio 2016 nella lista delle sostanze dopanti e pertanto proibito dalla World Anti-Doping Agency (WADA), serve solo a migliorare le prestazioni sessuali: almeno questo è il parere di Ivars Kalvins, lo scienziato lettone che ha sviluppato il farmaco finito sulle pagine di cronaca giudiziaria più che nei testi di farmacologia e che ha portato alla sospensione di ben 172 atleti in tutto il mondo, tra cui Maria Sharapova.

Kalvins ha spiegato che non tutti vogliono il farmaco al fine di migliorare le prestazioni atletiche: "Se parliamo di atleti di sesso maschile, molti di loro prendono il meldonium allo scopo di migliorare le proprie prestazioni sessuali piuttosto che per aumentare la prestazione sportiva e di questo bisogna tenerne conto".

Kalvins si è detto anche deluso dall'Agenzia Mondiale Antidoping che ha deciso di bandire il farmaco e ha fatto sapere di aver scritto alla WADA per chiedere che il meldonium sia messo fuori dalla lista dei farmaci proibiti. La scorsa settimana, la WADA ha comunque anticipato che potrebbe essere in arrivo una 'sanatoria' sui casi di doping al meldonio, precisando che alcuni degli atleti trovati positivi "potrebbero evitare la sospensione" in mancanza di dati certi sulla tempistica di permanenza del farmaco nell'organismo: a usufruire della sanatoria sarebbero gli atleti che hanno cominciato ad assumere il meldonio prima di inizio 2016, quando la sostanza e' stata inserita nella lista proibita.


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