Doping, i documenti hacker dall'Inghilterra: «C'è anche Nadal»

Il Guardian rivela che anche campione spagnolo di tennis è tra gli atleti accusati di aver approfittato di esenzioni mediche per assumere farmaci vietati
Doping, i documenti hacker dall'Inghilterra: «C'è anche Nadal»© EPA
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ROMA - Spuntano anche i nomi di Rafael Nadal e di Mo Farah, campione olimpico britannico sui 5000 e 10000 metri in due giochi consecutivi, fra gli atleti accusati di aver approfittato di esenzioni mediche (Tue) per assumere farmaci vietati dall'antidoping. Lo rivelano, riporta il Guardian online, nuovi documenti sottratti agli archivi della Wadae fatti trapelare dal gruppo di hacker "Fancy Bears". Altri nomi illustri sono quelli degli argentini Lucas Martín Rey e Facundo Callioni, del belga Loick Luypaert, dell'atleta del Burundi Francine Niyonsaba, dei canadesi Melissa Tancredi, Rhian Wilkinson e Sophie Schmidt, le danesi Casper Mortensen e Niklas Larsen, i francesi Dimitri Bascou e Gauthier Grumier, i britannici Alexandra Danson, Callum Skinner, Crista Cullen, Helen Glover, Peter Reed e Samantha Quek, il nuotatore ungaro Laszlo Cseh e gli statunitensi Ariana Washington, Brady Ellison, Connor Jaeger e Lauren Hernández.

HACKERATI ANCHE WIGGINS E FROOME

Nella nuova lista vengono citati anche diversi altri campioni britannici - dal ciclista Callum Skinner a Justin Rose, olimpionico di golf a Rio, a un decina di altri - come pure lo schermidore francese Gauthier Grumier o l'atleta Francine Niyonsaba del Burundi. Mentre nei leak precedenti spiccavano i nomi di atleti americani, dalle sorelle Williams e della ginnasta Simone Biles, quattro ori olimpici; e ancora britannici fra cui i ciclisti Bradley Wiggins e Chris Froome, al centro di non pochi sospetti nella loro carriera. La Wada, agenzia antidoping internazionale, al pari dei vertici delle federazioni sportive, hanno finora denunciato queste rivelazioni come improprie, ipotizzando che vi sia lo zampino di Mosca, intenzionata a dimostrare come non solo lo sport russo debba essere chiamato sul banco degli imputati. Tuttavia i media britannici, che pure hanno finora condiviso un generale atteggiamento di difesa d'ufficio degli atleti citati dai 'Fancy Bears' concentrandosi sulla "tutela della loro privacy", non possono negare come alcuni di questi documenti svelino come minimo bugie dette in passato da alcuni campioni. Se non altro sul numero delle esenzioni mediche ottenute. E' il caso ad esempio di Wiggins, ma anche di Farah - ammette il Guardian - ricordando come quest'ultimo avesse a suo tempo dichiarato di aver fatto ricorso a una sola Tue in carriera: mentre le carte filtrate oggi ne testimoniano almeno due, nel 2008 e nel 2014, e in un caso per l'assunzione di un medicinale dagli effetti chiaramente dopanti.

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