Tennis: McEnroe, i 60 anni di una leggenda

Festeggia il campione Usa nato in Germania che in carriera ha conquistato 77 titoli in singolare e vissuto una rivalità da cinema con Bjorn Borg
Tennis: McEnroe, i 60 anni di una leggenda© EPA
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ROMA - Ogni partita, diceva, andrebbe pensata come farebbe un pittore davanti a una tela bianca. Festeggia 60 anni John McEnroe che sulla sua, di tela, ha dipinto castelli di rabbia e di genio, di colori forti e di contrasti. Ha vinto 77 titoli ATP in singolare, compresi sette Slam e tre Masters. In doppio, ne ha aggiunti altri 71, di cui dieci negli Slam e sette al Masters, in gran parte con Peter Fleming, l'amico convinto che la miglior coppia di doppio al mondo fosse composta da “John McEnroe e uno qualsiasi degli altri tennisti”.

YOU CANNOT BE SERIOUS -Nato a Wiesbaden, nella base militare Usa dove il padre prestava servizio il 16 febbraio 1959, ha preso il temperamento di sua madre, Katherine Tresham, ex infermiera figlia di un vice sceriffo di Long Island. Per lei è tutto bianco o nero, ha scritto nell'autobiografia "You cannot be serious" (Non puoi dire sul serio) che ha intitolato come la più famosa delle sue proteste contro gli arbitri. 

I PRIMI SUCCESSI - Nel 1977 Apple progetta il suo primo Mac, mentre il “BigMc” del tennis arriva a 18 anni in semifinale a Wimbledon, perdendo da Jimmy Connors che nemmeno lo degna di uno sguardo. Vince il primo Masters nel 1978, e il primo Slam nel 1979, allo Us Open. Resta numero 1 del mondo a fine anno per quattro anni, dal 1981 al 1984. Un dominio che inizia con il titolo a Wimbledon. Per le troppe intemperanze non lo invitano al ballo di gala a fine torneo. Lui risponde che non ci sarebbe comunque andato: preferisce festeggiare con gli amici che con qualche vecchio parruccone. Ian Barnes del Daily Express per primo lo chiama “SuperBrat”, perché è un bambino capriccioso e la vuole sempre vinta lui. E' già una rockstar.

John McEnroe in versione chitarrista

LA RIVALITA' CON BORG - Il 1981 coincide anche con l’ultima sfida in carriera contro Bjorn Borg che si sente libero e leggero dopo aver perso la finale dello Us Open. È la fine di una rivalità da cinema senza acclarati vincitori, 7 vittorie a testa in 14 confronti, e il tiebreak in finale a Wimbledon nel 1980 destinato a fare epoca. Sono due opposti perfetti, lontani in campo e vicini fuori. “Bjorn mi dimostrò da subito la sua amicizia e mi diede sempre sostegno. Una cosa che per me che avevo 19 anni era molto importante” confesserà McEnroe. “Mi ha rispettato da subito, aveva capito che non ero io il cattivo” dirà Borg alla CNN anni dopo. “Quando perdi il tuo più grande rivale se ne va anche una parte di te” ha ammesso McEnroe.

 

QUATTRO ANNI DA NUMERO 1 - Nel 1982 riesce a stare davanti a Connors, che vince Wimbledon e US Open, perché allora conta la media dei risultati. Inizia a scoprire un nuovo rivale, Ivan Lendl, e si completa come eroe nazionale. In Coppa Davis vince 12 partite su 12, 8 singolari e 4 doppi, un en plein con due momenti decisivi: il successo su Mats Wilander in sei ore e 22 minuti, secondo singolare più lungo nella manifestazione, e la vittoria in finale su Yannick Noah. McEnroe, lo statunitense che in Davis ha vinto più di tutti (59 contro solo 10 sconfitte), ha unito il pubblico come raramente gli è capitato, lui così abituato a dividere anche ora che regge un microfono e non una racchetta: chiedere per credere a Serena Williams.

McEnroe a Serena Williams: «Tra gli uomini saresti 700ma»

1984, L'ANNO MIGLIORE -  Nel 1983 trionfa ai Championships e alle WCT Finals. Il 1984 resta una delle stagioni migliori di sempre: 13 titoli, 82 vittorie in 85 partite, 11 in 12 confronti contro gli altri due top 3, Connors e Lendl che però lo batte in finale al Roland Garros: è una delle sconfitte che ha fatto più fatica ad accettare. Quella finale è uno scarto temporale. Avanti due set a zero, si distrae, litiga con un fotografo, Lendl rimonta e vince il suo primo Slam. Un anno dopo si ritrovano in finale allo Us Open. Ma all'improvviso McEnroe si spegne. “Mi aveva scalzato dalla vetta, il numero uno era lui”.

ULTIMO TRIONFO IN DAVIS - La carriera entra in fase calante, ma si conserva un'ultima emozione. Gli Usa lo richiamano per la finale di Coppa Davis del 1992 contro la Svizzera del suo grande amico Hlasek: due settimane prima, gli ha confessato che sta divorziando dalla moglie Tatum O’Neil. McEnroe gioca in doppio con Pete Sampras e perde la testa. Se la prende con gli arbitri e con il capitano che secondo lui non protesta abbastanza. Sampras riesce a calmarlo e insieme si carica. È primordiale, ma funziona. Sotto due set a uno, Sampras e McEnroe si spingono verso l'infinito e oltre: perdono tre game negli ultimi due parziali. Sampras a fine partita lo abbraccia. “I love you Mac”, gli dice. Qui c’è tutto McEnroe. Una leggenda tra palco e realtà.


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