Tennistavolo: Messina tricolore? Un regalo di papà

La favola della Top Spin, ideata da Giorgio Quartuccio per Giuseppe, un padre che ha trasformato la passione del figlio in una realtà vincente. Dal nulla al triplete in dodici anni. E la città dello Stretto ha vinto così il suo secondo scudetto, nel 1999 era toccato alla Body Center sempre (e soltanto) di tennistavolo
Tennistavolo: Messina tricolore? Un regalo di papà
di Valeria Ancione
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di Valeria Ancione

Landirivieni delle navi traghetto è lento, continuo, sembra fondersi col flusso delle correnti. Se nasci davanti allo Stretto di Messina lo spettacolo è gratis ed è tutti i giorni, come quotidiana è la tentazione di mollare tutto, di andare altrove a cercare quello che manca, che qualcosa manca sempre. Ma chi lascia la Sicilia un po’ perde, chi resta vince perché non si è arreso e quello che cerca se non c’è se lo inventa.

UNA STORIA D’AMORE. Giorgio Quartuccio è un commercialista con una scrivania piena di carte e un computer sempre acceso. Ha 57 anni, parla a bassa voce ed è anche il presidente della Top Spin, squadra di tennistavolo nata dodici anni fa per amore. In questi anni la scalata è stata impressionante: dalla serie D della prima stagione nel 2007 si è arrivati al triplete del 2019 (Coppa Italia, scudetto e Supercoppa). E in questa nuova stagione la Top Spin è in testa. L’amore che ha portato all’invenzione di quello che non c’era ha nome Giuseppe e cognome, Quartuccio: e già è proprio il figlio del presidente. Quello che non c’è a Messina o prendi la Caronte e te lo vai a cercare fuori o te lo inventi. E Giorgio se lo è inventato così: "Mio figlio a dieci anni è passato dal basket al tennistavolo e si è appassionato, ma nel 2006 il Cus, dove giocava, ha soppresso la disciplina. Eravamo tre genitori, io, Carmelo Zaccone e Lucinao Buono, con figli Simone, Alessandro e Giuseppe appunto che volevano continuare e a Messina non c’era dove farlo. Cosa si fa per i figli? Si fa la squadra, ovvio. Abbiamo messo su la società, ingaggiato l’allenatore cinese Wang Hong Liang, che ha rinunciato ad altri palcoscenici, ha creduto nel progetto ed è sceso in serie D. Giocava pure lui".

E L'AMORE RIPAGA. Il sacrificio è sacrificio per Giorgio, in termini di impegno e anche economici. Però se si fa per amore e poi con amore, il sacrificio è ripagato. "La soddisfazione più grande è stata arrivare in A1 con una squadra di soli messinesi. C’erano, oltre a mio figlio, Umberto Giardina, Giovanni Caprì e Dario Sabatino. La promozione in serie A1 (2016) poi è stata l'emozione più bella: la prima stagione la Top Spin si è salvata all’ultima giornata, la seconda è arrivata a metà classifica e la terza è quella delle tre coppe. «Siamo andati oltre ogni attesa. C’è coesione, euforia, abbiamo seguito e partecipazione, la nostra struttura è un vero fortino, nessuno passa da qui, il prossimo sogno è di rimetterla a posto. Il tennistavolo è l’unico sport che ha portato lo scudetto a Messina, prima di noi nel ‘99 la Body Center. Siamo dovuti crescere, per fare la A1 abbiamo preso giocatori da fuori. Abbiamo un budget di 150.000 euro, è impegnativo. Dipendiamo dagli sponsor ovviamente. Alla fase discendente ci penso spesso. Abbiamo già affrontato momenti di crisi. Non è mai una situazione facile. Ma la soddisfazione è talmente tanta che non saprei farne a meno. E’ una droga. Una droga pulita. Perché questo è uno sport pulito. E’ una gioia vedere in palestra tanti bambini e lavoriamo anche con i disabili".

La Top Spin è sudore, amore e sacrificio. Con Giorgio Quartuccio presidente, la parte tecnica è affidata al cinese Wang Hong Liang e a Marcello Puglisi, il dt è Roberto Gullo. Ma come dice il presidente «il grande sforzo lo fanno i genitori. Abbiamo perso qualche talento per i disagi a raggiungere la palestra per gli allenamenti, o per l'impegno che gli allenamenti stessi richiedono». Dopo il triplete 2019 la squadra è stata rinforzata con il russo Ismailov Sadi e il portoghese Joao Monteiro (a gettone) amico di Ronaldo; per il resto sono confermati Antonino Amato (Palermo), Marco Rech Daldosso (Brescia), Jordy Piccolin (Bolzano). I ragazzi si allenano a Formia, e raggiungono la squadra due giorni prima della partita. In caso di partita delicata si uniscono al ritiro una settimana prima. La Top Spin è in testa alla classifica di serie A1, Carrara e Milano sono le avversarie da battere.

PREMIATA DITTA QUARTUCCIO. Un padre che dà forma al sogno del figlio cos’è? Un eroe? Che legame si crea poi a condividere una passione? «E’ stata una esperienza meravigliosa, ma quanta sofferenza nelle sconfitte: tornare dai viaggi con una delusione, come fu l’eliminazione dai campionati italiani, diventa duro, il dispiacere è doppio perché non sei solo il presidente, ma anche il padre che vede soffrire il figlio. Sono sicuro di aver fatto con lui il massimo che potevo fare, forse anche troppo. Giuseppe ha avuto i migliori allenatori che c’erano in circolazione, che te lo sogni di avere un allenatore cinese solo per te. Quando era al Cus si allenava anche privatamente, me lo chiese lui e io l'ho accontentato. Ha fatto grandi sacrifici per un bambino, e infatti è l’unico venuto fuori dal gruppetto iniziale. Giuseppe mi ripaga continuamente di tutti questi sacrifici. Non ha mai lasciato. Ha passato qualche momento di crisi, ma sapeva che se abbandonava mi causava un dolore».

Giuseppe Quartuccio ha gli occhi belli e un braccio destro da culturista, ma assicura che è tutto tennistavolo quello che c’è dentro a suoi tricipiti. E’ lui il destinatario del sogno costruito dal papà che fa bene a tutta la città. La sua gratitudine è nei fatti, nell’abnegazione che ha messo nello sport come nello studio e ora nel lavoro. «E’ un’esperienza meravigliosa perché papà ha costruito questa squadra per me e intorno a me. La soddifazione più grande è stata la promozione dalla A2 alla A1, davvero la più bella».

Giuseppe, 24 anni, anche lui commercialista, per necessità si è “retrocesso” in serie B. «Ho fatto tanti sacrifici, tante ore in palestra, soprattutto d’estate; mentre tutti andavano al mare io sudavo a 40 gradi. Alla A2 ho dovuto rinunciare, ma è stato naturale: prima con lo studio e poi col lavoro era impossibile proseguire ad altissimo livello. Ci si allena tutti i giorni, 5-6 ore, si può fare solo quello. L’impegno è duro». Ma anche lui è stato ripagato, oltre ad aver ripagato il padre. Cos’è la Top Spin, Giuseppe? «Per me più che una squadra è una famiglia».

UNA VITA PER LO SPORT. Giorgio Quartuccio si alza alle 5 del mattino, esce in bicicletta fino alle 8, poi la doccia e al lavoro. «Lo sport è la mia vita. Ho giocato a basket fino a 40 anni, ora faccio ciclismo. Tennistavolo no, non ho il tempo, ho giochicchiato ma ora non ce la faccio proprio. Dormo poco e non so stare fermo. La famiglia prima seguiva poco, ora invece lo fa con passione, la serie A è un evento per tutti. Se sono riuscito in tutto questo molto lo devo alla mia professione, ho avuto contatti con le aziende e coinvolto clienti che investono. Non credo di aver penalizzato la famiglia o il lavoro. Cerco sempre di fare tutto e di essere presente, nonostante i mille impegni. A pranzo torno sempre a casa e ogni sera alle 19-19.30 smonto in ufficio e vado in palestra. Nei periodi più impegnativi di lavoro, di chiusure per esempio, vado meno in palestra. Ma ho validi collaboratori, sono ben strutturato sia in ufficio sia alla Top Spin. Col cinese per esempio ci scriviamo 50 whatsapp al giorno. Mio figlio lo chiama secondo padre, è davvero una persona speciale».

Giorgio ha preso un desiderio del figlio e lo ha fatto diventare un sogno per tutta Messina. Chi resta vince. Con un sorriso tenero e fiero conclude: "Se tornassi indietro rifarei tutto".

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