Volley Scuola, Aristofane il mix è giusto

Volley Sciola 2015. Il professor Eugenio Tiglio: «I più esperti aiutano i novizi, così vinciamo»
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ROMA - Il Volley Scuola -Trofeo Acea, giunto quest’anno alla 22ª edizione, prevedeva alla sua nascita due sole categorie, maschile e femminile. Nel 1996 è stata istituita la doppia sezione Open e Junior e ancora oggi mantiene questa formula. Non bisogna lasciarsi ingannare dall’etichetta Junior, molti ragazzi che scendono in campo sono giocatori con la g maiuscola, cresciuti sotto rete a provare e riprovare schiacciate. E sono proprio quei ragazzi che crescendo, passo dopo passo, hanno raggiunto la categoria Open. Per lo più sono studenti dell’ultimo anno, i più “vecchi”, i più “esperti”. La categoria Open è un mix. Si trovano ragazzi di esperienza, già formati o che praticano sport a livello agonistico e giovani alle prime armi.
    E’ questo il caso del Liceo Classico Aristofane, che nell’albo d’oro del “Beach Volley Scuola” è al primo posto con quattro vittorie consecutive nell’ambito femminile. Il professor Eugenio Tiglio, oltre a ribadire l’importanza dello sport, non solo per i suoi ragazzi, come strumento educativo civico, sociale e mentale, tiene a sottolineare l’approccio e il rapporto che si è creato quest’anno all’interno della sua squadra. «Questo è un anno particolare, non ho molti ragazzi a disposizione perché sono all’ultima classe di liceo. E’ una stagione di rifondazione. Stiamo perdendo quelli che finora sono stati i punti di riferimento del gruppo, c’è un fisiologico cambio generazionale. In realtà mi aspettavo maggiori difficoltà, ma i ragazzi più grandi sono stati esemplari. Durante gli allenamenti hanno seguito i neo arrivati dcoraando loro consigli, suggerimenti e correggendo quando si commettevano errori. Stesso atteggiamento nelle gare. Questo è Volley Scuola».
    Un cambio, dai giovani ai più giovani, facilitando così la forma mentis dei nuovi arrivi, che prendono esempio dai più grandi, competenti, leali. Amici. «I ragazzi sanno che si può vincere come perdere - continua Tiglio -. Se gli avversari sono più forti o se in campo si poteva dare qualcosa di più lo accettano senza recriminare. A fine partita si salutano con gli avversari e si stringono la mano. Il bello di questo torneo scolastico è il clima che si crea, sereno, di competizione, molti di loro si conoscono pur essendo di istituti e scuole diverse. E’ questo lo sport che si vuole vedere e di cui c’è bisogno».


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