Volley, la calma olimpica di Placì, rassicura Latina

L'allenatore salentino: «Ho lavorato con i migliori tecnici. A Latina spero di vivere un'altra bella avventura». Due finali per il bronzo a Pechino 2008 e Londra 2012 (sempre contro l'Italia), ha avuto esperienze con Russia, Bulgaria, Serbia
Volley, la calma olimpica di Placì, rassicura Latina
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Leandro De Sanctis

 La SuperLega ripartirà ad ottobre con un Latina ridimensionato ma presente, che il presidente Falivene e la società hanno affidato alla sapienza di Camillo Placì, una specie di “mago” dell’Est che ha avuto l’opportunità e il privilegio di lavorare negli staff tecnici di Russia, Bulgaria ed ora Serbia, addisittura primo allenatore straniero a sedersi su quella panchina, accanto a Nikola Grbic che ebbe come gocatore e che una volta nominato ct, si è battuto per averlo al suo fianco.
    «Ho lavorato con i migliori - ricorda Camillo, ieri presentato ufficialmente dalla Top Volley Latina - otto anni con Silvano Prandi, poi Bagnoli, Alekno, Stoytchev e ora Nikola Grbic che ho allenato quando giocava. Il presidente della federazione serba, Boricic, mi ha detto: Si rende conto che è il primo straniero a sedere sulla panchina serba? Un grande onore reciproco. In tanti anni ho imparato una cosa, se qualcuno ti chiama vuol dire che riconosce in te grandi qualità, non solo di volley. Ci deve essere il rispetto dei ruoli, se sono il secondo devo lavorare per il ct. E io ho imparato a farlo molto bene. Chi fa il secondo deve sempre stare un passo indietro, poi c’è confronto. Se c’è anche amicizia e stima migliora. Per esempio Nikola Grbic ha grande stima di me e questo aiuta. Stessa cosa con Rado Stoytchev, può sembrare scontroso, ma con lui ho un bel rapporto».
    La sua carriera ha preso il volo all’Est.
    «Ho avuto questa fortuna. Russia, Bulgaria, Serbia. Differenti culture lavorative ma anche diversi modi di guardare allo sport. I governi aiutano l’attività sportiva, le federazioni che hanno obiettivi olimpici e mondiali, i giovani di interesse. E il mondo della scuola ha nell’insegnante una figura cardine nell’organizzazione sociale»
    Ha giocato due finaline olimpiche, sempre contro l’Italia: «Nel 2008 con la Russia vinsi, nel 2012 con la Bulgaria persi»
    In Serbia è diventato un eroe perchè a Rio, poche settimane fa, nonostante un malore cardiaco, ha firmato per uscire dall’ospedale, seguire la squadra nella finale di World League poi persa con la Francia e poi volare  a casa insieme alla nazionale serba. «I medici mi hanno detto che ero pazzo. Avevo dottori dietro la panchina e un’ambulanza pronta fuori dal Maracanazinho».
    Latina semifinalista con Blengini, ora ct azzurro, è un poster appeso alla parete, non sarà facile.
«Latina avrà meno ambizioni, la squadra è stata saccheggiata. Ma al di là di questo mi ha colpito la determinazione di ripartire pur in grandi difficoltà. Appezzo il coraggio che hanno avuto questi dirigenti nel metterci la faccia e i soldi propri. Sono un uomo della vecchia generazione, so cosa significa dover mantenere un club, ricordo Lannutti, Modena. Tra chiudere e continuare ha scelto di proseguire. Il presidente mi ha convinto. Mi volevano altre società, ma Latina è stata l’unica che ha accettato di lasciarmi proseguire con il doppio incarico. Speriamo di vivere insieme un'altra bella avventura»


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