Volley - Azzurre, il sogno Kiraly tra Guidetti e Mazzanti

La Fipav sta vagliando le candidature per scegliere il nuovo ct della Nazionale femminile dopo il rifiuto di Zé Roberto. Il nodo del doppio incarico. Magri: «Sono convinto che serva un ct a tempo pieno, però mai dire mai»
Volley - Azzurre, il sogno Kiraly tra Guidetti e Mazzanti
di Leandro De Sanctis
4 min

A livello burocratico, nessuna delle Nazionali di volley attualmente ha un ct. Ma se dopo l’argento olimpico di Rio la panchina della Nazionale maschile è saldamente nelle mani di Gianlorenzo Blengini, a patto che a fine campionato lasci la Lube, l’erede del ct Bonitta nella Nazionale femminile è ancora un punto interrogativo. La Fipav ci sta lavorando ma ha deciso che il calendario della prossima stagione consente di non avere troppa fretta, di vagliare con calma ogni aspetto delle singole opzioni prima di compiere la scelta. Intanto due nomi sono stati esclusi: la cinese Lang Ping era poco più di una suggestione, Zè Roberto invece è stata una pista concreta, arenatasi sulla decisione dell’allenatore brasiliano, che ha cortesemente declinato sentendosi moralmente legato alla Selecao, specialmente dopo l’amarezza dell’Olimpiade perduta in casa.
    Il primo nome italiano della lista è ancora quello di Davide Mazzanti, l’allenatore che ha vinto gli ultimi due scudetti con Casalmaggiore e Conegliano. Era già stato tra i papabili quattro anni fa e ha pubblicamente affermato di sentirsi pronto per il ruolo. La panchina azzurra è ambita da ogni tecnico e non mancano i nomi di chi in qualche modo è uscito allo scoperto facendo sapere che sarebbe felicissimo di allenare le azzurre. Si parla di Gianni Caprara, di Marcello Abbondanza, entrambi con esperienze all’estero (Caprara ha vinto il mondiale del 2006 con la Russia, ora guida la Pomì). Ma l’outsider potrebbe essere Stefano Lavarini, 37enne di Omegna, tecnico della Foppa Bergamo.
    Contatti concreti sono stati avviati stavolta con Giovanni Guidetti, 44enne modenese ora ct dell’Olanda (quarta all’Olimpiade di Rio) dopo aver guidato Bulgaria e per nove anni la Germania, due Champions e un mondiale di club vinti con le turche del Vakifbank Istanbul. È un candidato ideale, ma ci sono i soliti ostacoli a rendere complicato il suo approdo sulla panchina azzurra: il problema del doppio incarico (che rende arduo seguire anche il Club Italia, come vuole la federazione) e lo staff che Giovanni vorrebbe portarsi in Nazionale (quattro persone: secondo e terzo allenatore, preparatore e scoutman). Poi c’è il sogno probabilmente irraggiungibile: Karch Kiraly, disposto a prendere in considerazione l’ipotesi Italia, senza puntare i piedi sullo staff, ma legato contrattualmente alla Nazionale femminile statunitense, con cui vinse i Mondiali a Milano nel 2014. Va anche aggiunto che c’è chi sarebbe tentato a valutare anche uno dei grandi fenomeni azzurri del volley maschile (Bernardi, De Giorgi).
    Ufficialmente Carlo Magri, presidente della Fipav, da un lato ribadisce la sua posizione in merito al doppio incarico, dall’altro accetta di essere possibilista: «Mai dire mai - dice Magri - Il mio è un discorso tecnico. Resto convinto che l’Italia abbia bisogno di un ct a tempo pieno. Il Club Italia quanto sta dando alla Nazionale? Bonitta praticamente viveva lì...Io credo che la Nazionale femminile abbia un grande futuro, si sta evolvendo e quella panchina è ambita da parecchi tecnici. Ciò ci riempie d’orgoglio»
    Dopo l’Olimpiade d’argento Magri e la Fipav sono impegnati a cercare di capitalizzare il risultato di Rio: «Lavoriamo ai conti del Mondiale 2018, contiamo di fare un grande campionato iridato». Senza dimenticare il beach volley che l’argento di Nicolai e Lupo ha portato a vette di popolarità sconosciute: «Vorremmo ospitare una tappa del Grand Slam a Roma, a Foro Italico, una settimana dopo gli Internazionali di tennis».
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