Volley, Tifanny: «Trans o no, l'importante è il talento»

Prosegue la polemica sulla schiacciatrice brasiliana che ha cambiato sesso: «Il presidente del Brescia può andare dove vuole, basta prendere chi sa giocare»
Volley, Tifanny: «Trans o no, l'importante è il talento»
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ROMA - «Il presidente del Brescia può andare dove vuole, l'importante è che prenda tre che sappiano giocare...». È realista ed elegante al tempo stesso la replica a distanza di Tifanny Pereira da Abreu alla polemica aperta dalla società di pallavolo femminile del Millenium Brescia che, temendo derive in un ambito ancora non regolamentato, aveva lanciato la provocazione di andare in Brasile ad ingaggiare giocatori trans per vincere il campionato. «Non è che sai giocare bene a pallavolo solo perché sei trans - spiega a Sky Sport la Pereira, schiacciatrice diventata donna con un intervento nel 2014 e ora in forza al club di A2 della Golem Palmi - Conta il talento, devi saper giocare. E il talento lo possono avere sia un uomo, sia una donna, sia un trans. La mia essenza è di donna - conclude - Io ho cambiato per me, per il mio essere. La pallavolo è il mio lavoro». La brasiliana 32enne ha giocato domenica scorsa la sua prima partita nel campionato italiano. Palmi e Brescia, in lotta per un posto nei playoff, si affronteranno il 12 marzo e le giocatrici lombarde avevano anche paventato la possibilità di una class action, poi frenata dallo stesso club.


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