I giudizi sui giallorossi di Mourinho, battuti in Norvegia nell'andata dei quarti di Conference League (di Roberto Maida)

MOURINHO (all.) 5,5 - Stavolta sbaglia i cambi, che gli impediscono di cancellare l’incubo norvegese. Gli ingressi di Vi ña e Shomurodov sono un regalo al Bodø. Ma è anche un suo fedelissimo, il portiere, a tradirlo. Ha ragione quando parla di gol ridicoli regalati. Niente di irrimediabile, ma la Roma perde una partita che avrebbe dovuto gestire meglio: nei 13 precedenti in cui viene battuta all’andata nelle coppe europee è poi stata eliminata.

RUI PATRICIO 4 - Ahi. Il principe dei clean sheet, il portiere della stabilità, stavolta si segna da solo sul più bello, quando la Roma sembra diventata padrona della partita. Gli era già capitato contro il Sassuolo di sbagliare: la speranza di Mourinho è che la serie di errori sia finita. Sul 2-1 è invece innocente.

MANCINI 6,5 - Nella battaglia del gelo non si lascia intimidire. Si distingue per un paio di buoni interventi difensivi ma si deve arrendere dopo un ruvido contrasto in area con Pellegrino. Purtroppo l’infortunio sembra preoccupante. 

SMALLING (dal 24’ st) 5,5 - Dal suo ingresso la Roma fatica a recuperare il controllo. Non era al top e si è visto.

KUMBULLA 6,5 - Bravo nelle marcature, non sempre lucido nei passaggi. Sostituisce l’acciaccato Smalling senza pensare all’incubo di ottobre, quando pattinò sul ghiaccio. Dal punto di vista mentale ha una forza encomiabile. 

IBANEZ 6 - Dalle sue parti i norvegesi danno abbastanza fastidio. Lui però tiene botta.

KARSDORP 6 - Non gli viene semplice controllare Pellegrino, che è tra i migliori del Bodø. Nel primo tempo appare sicuro e prestante, nel secondo fatica di più. La centesima partita con la Roma non rimarrà negli annali.

CRISTANTE 5 - Sfasato, impreciso. E’ mancato nella serata in cui le sue geometrie sarebbero state preziose per minimizzare i rischi. Invece, condizionato dall’ammonizione incassata subito, non riesce a sprigionare la consueta fisicità.

SERGIO OLIVEIRA 6 - Non entusiasma ma offre sempre un passaggio utile ai compagni. E difficilmente spreca i palloni. Deve migliorare negli ultimi trenta metri.

ZALEWSKI 6 - Affronta con la solita personalità il debutto da titolare in Europa. Gioca semplice, senza sfigurare. La sostituzione arriva nel momento giusto, purtroppo per la Roma con l’uomo sbagliato.

VINA (dal 20’ st) 4 - Inspiegabile, imperdonabile, inaccettabile. Regala la punizione del sorpasso al Bodø con un fallo sciocco e inutile, deviando anche in rete il colpo di testa di Vetlesen. E non azzecca un’idea in attacco, inclusa una buona occasione per calciare in porta. Il suo impatto sulla partita è terribile. E non è nemmeno la prima volta. Perché Mourinho continua a insistere su di lui come vice Zalewski? C’era El Shaarawy in panchina... 

MKHITARYAN 6,5 - Il suo magistero esporta una nuova lezione: come smarcarsi e servire l’assist di prima in profondità. Finché ha la lucidità di insegnare calcio, è il più bravo di tutti. Poi cala. Esce per stanchezza, per gestione, non certo per demerito, quando il risultato è di 1-1.

SHOMURODOV (dal 20’ st) 5 - Entra bene nella partita per spirito e combattività. Ma dimentica completamente di seguire Vetlesen che salta libero sul 2-1

PELLEGRINI 7 - Freddo nel gelo. Calcia nell’unico centimetro possibile il tiro (di sinistro, non il suo piede) che manda avanti la Roma. Ci prova anche dopo, a trascinare i compagni. Curiosità: debuttò in Serie A proprio su un campo sintetico, a Cesena. Evidentemente era pronto a tutto. E’ già arrivato a 12 gol stagionali, a conferma di una crescita di rendimento spaventosa con Mourinho.

ABRAHAM 5 - Crea e distrugge, da illusionista più che da centravanti, una grande occasione da gol sullo 0-0. E’ la sua unica fiammata in attacco. Dietro aiuta la squadra sui calci piazzati ma a un attaccante del suo livello Mourinho chiede uno standard migliore. 

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