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Pulisic è inoffensivo, Jovic la tira addosso a Skorupski. Lucumi giganteggia in difesa, Freuler tampona, rincorre e strappa: tutti i voti della finale di Coppa Italia (A cura di Giorgio Marota)

Conceiçao (all.) 4,5    Il suo Milan è volenteroso nel primo tempo e scollato nella ripresa, ma le sostituzioni, anziché cambiare il corso degli eventi, finiscono per peggiorare le cose. 

Maignan 6  Fa il fenomeno quando ferma Castro lanciato a rete. Sul gol non è colpa sua. 

Tomori 5  Cerca sempre l’anticipo su Ndoye e nel primo tempo lo stende cinque volte. Poi non lo prende più. 

Walker (17’ st) 5  Assiste alla disfatta. 

Gabbia 5  In bambola come gli altri colleghi di reparto sul gol: statico come la pietra. 

Pavlovic 5  Come un armadio a quattro ante, a tratti è persino ingombrante. Eppure, sembra trasparente nell’unica vera circostanza in cui quel muro non sarebbe dovuto crollare. 

Jimenez 6  Fa su e giù, giù e su, parallelamente e quando capita diagonalmente. Ha sulla coscienza una palla ciancicata che avrebbe dovuto spingere dentro la porta. 

Fofana 5,5  Gli tocca il compito più arduo in una squadra di fantasisti: fare legna. Non sempre ci riesce.  Chukwueze (42’ st) sv 

Reijnders 5  La brutta copia dell’olandese volante.  

Theo 4  Lui è quello che nei film di Hitchcock non s’accorge dell’assassino, pur avendocelo sotto il naso. Fa una figuraccia sul gol del Bologna, prima tenendo in gioco tutti e poi regalando un assist involontario a Ndoye.  

Pulisic 5  A volte largo, a volte tra le linee. In attacco è inoffensivo.   Abraham (42’ st) sv 

Jovic 5  Gioca lui titolare perché manovra meglio con i compagni, ma il fiuto del gol non si manifesta mai. Neppure quando, a un metro dalla linea di porta, la tira addosso a Skorupski. 

Gimenez (17’ st) 4,5  Avrebbe dovuto risolvere il mal di gol del Milan e finisce per essere un peso da gestire.  

Leao 5  Slalomeggia, dribbla e sguscia come un’anguilla. Poi prende una legnata da Ferguson e si rintana. Chi l’ha visto nel secondo tempo? 

Italiano (all.) 9    Aveva parlato di nonni che si commuovono con i nipotini e di giovani che avrebbero voluto ricordare questa notte per tutta la vita. Questo carico di emozioni lo trasmette ai suoi, che giocano liberi da condizionamenti. Non sbaglia niente - scelte, schemi, tattica e cambi - e riporta un trofeo sotto le due torri dopo 51 anni. 

Skorupski 7,5  Pancia, corpo, mani, anema e core: sull’unico vero pericolo ci mette tutto quello che ha. Il miracolo di San Lukasz. 

Holm 7  Mezz’ora a prendere le misure a Leao, finché il coraggio non gli suggerisce di affrontare il portoghese su un terreno differente: attaccandolo. I dieci passaggi completati nella trequarti avversaria e i sette ingressi in area raccontano una partita in progressione costante. 

Calabria (30’ st) 6  Un ingresso intelligente. 

Beukema 7,5  Comanda la linea e corre ai riparti quando serve. Leader si nasce e gli ottanta palloni giocati dicono che lo zio Sam, 26 anni fa, lo nacque. 

Lucumi 8  Gli vanno addosso e rimbalzano, lo puntano e la palla non la vedono più, si smarcano e lo ritrovano ovunque. Giganteggia in difesa, una notte da eroe. 

Miranda 7  Sciabola e fioretto, difende e attacca con la stessa classe. Soffre un poco le sortite di Jimenez. 

Freuler 8  Tampona, rincorre, strappa e s’incolla a Pulisic rendendo pastosa ogni giocata del milanista.  

Ferguson 7,5  È un magnetico centro di gravità permanente: attrae la palla e respinge gli avversari. Cancella Reijnders dalla finale.  

Orsolini 6,5  L’Orso resta nella tana per tutto il primo tempo, però va a caccia quando serve: il suo inserimento nell’azione del gol spappola la difesa del Milan. 

Casale (24’ st) 6,5  Entra per duellare in cielo con Gimenez. Fa il suo senza sbavature. 

Fabbian 6,5  I mediani del Milan gli respirano addosso e lui si appiattisce tra le linee anziché danzarci dentro. Almeno fino all’uno a zero: quel filtrante è un fiore raro.  Pobega (24’ st) 6,5  L’uomo giusto al posto giusto. 

Ndoye 9  Nel primo tempo subisce le “cure” maniacali del dottor Tomori, poi si libera del suo aguzzino e disegna calcio. Arriva puntuale come un treno svizzero all’appuntamento con la storia: questo gol è eterno. 

Odgaard (35’ st) 6  Benedetta densità. 

Castro 6,5  Sembra uno di quegli apache in cerca di una terra dopo che l’hanno depredato della propria. Non trova gli spazi, però combatte come un leone ed esce dal campo stremato. Non giocava titolare da due mesi, eppure ritrova un’energia miracolosa. 

Dallinga (35’ st) 6    Entra per dar fastidio alla difesa del Milan e ci riesce. 

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