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Vlahovic come al solito s’intestardisce, Gatti è lucido finché il dolore non gli consiglia di fermarsi. Yildiz usa il suo linguaggio preferito: scatto, dribbling, conclusione, gol. (A cura di Giorgio Marota)

Tudor (all.) 6,5    Gli bastano tre allenamenti a ranghi completi per ribaltare la triste Juve di Thiago: ne esce fuori un mix di voglia, idee e applicazione. La convalescenza comincia bene. 

Di Gregorio 6  Dalle sue parti un solo brivido: il tiraccio di Pinamonti. Serata tranquilla dopo i 7 gol presi tra Atalanta e Fiorentina. 

Gatti 6  Ventisei minuti a mettere toppe agli svarioni dei colleghi di reparto. È lucido finché il dolore non gli consiglia di fermarsi. 

Kalulu (27’ pt) 6  Pulito, preciso, coraggioso. Solita certezza. 

Renato Veiga 6  All’inizio è scollato dalla squadra, poi si appiccica a Pinamonti e lo limita. 

Kelly 5,5  Dopo la grande lettura che evita a Miretti di andare in porta, pasticcia ripetutamente. 

Nico Gonzalez 6,5  Con Tudor è cominciata l’era del sacrificio. Fa l’esterno a tutta fascia strappando applausi.  Weah (37’ st) 5  Un’ammonizione, qualche ripiegamento e un gol divorato al 93’. 

Locatelli 7  Cervello fino e cuore spesso: quando capisce che i difensori sono in difficoltà fa da diga, quando la Juve invece spinge lui la sostiene.  

Thuram 7  Rubapalloni e pressatore, motore e scocca. L’ultima corsa al 93’ trasuda di juventinità. 

McKennie 6,5  È l’amico che non ti fa fare mai brutta figura. Mezzala, trequarti, terzino, esterno: dove lo metti, lui sta. 

Koopmeiners 5  Tudor gli costruisce su misura il 3-4-2-1. Il ricordo dell’Atalanta di Gasp, però, finisce per incupirlo. La fotografia della sua partita è al 48’: tocca cinque volte il pallone senza sapere cosa farci, finché Miretti glielo porta via come farebbe a un bambino della scuola calcio.  

Conceiçao (21’ st) 6  Entra con il piglio di chi vuole dire al suo allenatore “Ei, trova un posto anche per me”. 

Yildiz 7  I 40 mila dello Stadium si sono immedesimati in Nanni Moretti nella scena di “Aprile” in cui parlava con la tv, chiedendo a D’Alema di dire finalmente qualcosa. Venticinque minuti da soldatino nella sua zolletta, poi Yildiz dice davvero qualcosa. E usa il suo linguaggio preferito: scatto, dribbling, conclusione, gol. Luminoso.  

Vlahovic 6  Centravanti di lotta. Vorrebbe spaccare il mondo, ma come al solito s’intestardisce.  

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