ROMA - In quella «palla fatta di stracci», che Papa Francesco ha scelto come immagine evocativa della fratellanza e dei valori umani più autentici, c’è anche la storia del nostro giornale: le origini dello sport in Italia, la passione dei fondatori, l’impegno concreto di uomini e donne che nei 100 anni di vita del quotidiano hanno contribuito a trasformare un prodotto editoriale in uno strumento di coesione sociale. Perché, come ha ricordato anche il Santo Padre, non esistono solo le «Bombonera», cioè i grandi palcoscenici dello sport, ma anche tanti luoghi del mondo che somigliano alle strade di Buenos Aires, dove una palla fatta di stracci - oggi come un secolo fa - permette ai bambini di sognare.
La lettera del Papa al Corriere dello Sport
La lettera che il Papa ha scritto per i lettori e per la redazione del Corriere dello Sport, in occasione del centenario del giornale, ieri ha fatto il giro del mondo: dal Vaticano all’Europa intera, fino all’Asia, agli Stati Uniti e al Sudamerica. I media internazionali hanno rilanciato la notizia dopo la diffusione della nostra prima pagina e il bollettino della Santa Sede. In quel messaggio c’è infatti l’elogio dei percorsi virtuosi che gli sportivi e chi li racconta possono creare: il rispetto della diversità e degli avversari, l’educazione al bello, il valore della sconfitta, la condanna a ogni forma di violenza e la considerazione che la vittoria passa sempre dall’impegno. «Un modo di pensare e vivere lo sport come un inno alla vita!». Secondo Francesco, «lo sport è uno dei fattori che ci fa sentire un popolo solo, come quando ci si alza per cantare l’inno». Sono emozioni che ogni tifoso ha vissuto, sentendosi parte di un fenomeno collettivo imprescindibile nell’esistenza umana: questo e molto altro è raccontato nel docufilm “Eroici!”, grazie alla testimonianza dei protagonisti di alcune imprese memorabili, presentato sabato al Teatro Olimpico nell’ambito della Festa del Cinema di Roma. Anche per il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, raccontare il mondo dei grandi e dei piccoli campioni «significa promuovere un capitolo prezioso della vita della società». Il Capo dello Stato ha augurato al Corriere di continuare, nel solco della tradizione, a seguire «il mondo dello sport con entusiasmo, con dedizione e con responsabilità».
Corriere dello Sport, quanti auguri per il centenario
Il «Woow» di Negri, rugbista azzurro, il «grande abbraccio» di Polonara della Virtus Bologna, fino al pensiero di Vincent Candela «a tutta la famiglia del CorSport»: sono tantissimi gli auguri arrivati dagli sportivi e raccolti in un video disponibile sul nostro sito. Hernanes e Immobile hanno ricordato i loro trascorsi nella Lazio, Amantino Mancini, Aldair, Pizarro e Tonetto quelli alla Roma; ma sono “scesi in campo” per noi anche tanti atleti in attività: Patric, Pedro, Zaccagni, Nuno Tavares e Dia da una parte, Cristante, Pisilli, Soulé e Bandanzi dall’altra. Con loro Simone Inzaghi, Sergio Conceiçao, Capello, Calafiori e, uscendo dai confini del pallone, Sakara, Parisse, Lucchetta e i piloti Bulega, Iannone e Petrucci. Anche tanti personaggi dello spettacolo si sono uniti al coro degli auguri: da Sermonti a Lillo, passando per Giampaolo Morelli, Francesca Fialdini, Renzo Arbore, Corrado Guzzanti, Matilda De Angelis, Chiara Francini, Francesca Manzini e Carlo Conti, che ha ricordato con affetto le prime pagine «degli scudetti della Fiorentina». Per il ct dell’Italvolley, De Giorgi, «sono 100 anni di competenza». «Io spero di esserci anche per il duecentesimo», la battuta del cestista Stefano Gentile.