Riva, l'ultima contro il Milan

L'1 febbraio 1976 l'attaccante del Cagliari si scontrò con Bet e si procurò un infortunio che lo spinse all'addio: fu la fine di un'era
Riva, l'ultima contro il Milan
Marco Ercole
3 min

È una domenica di sole e nuvole a Cagliari, ma non c’è tempo per pensare alle stagioni o alla temperatura. Il Sant’Elia ribolle, come sempre quando arriva il Milan, ma soprattutto quando in campo c’è ancora lui: Gigi Riva. L’ultimo baluardo di un’epoca gloriosa, il simbolo di una squadra che cerca disperatamente di restare tra i grandi.

Riva ko contro il Milan: è la sua ultima partita nel Cagliari

I fasti dello scudetto sono ormai un ricordo. Il Cagliari lotta nelle zone basse della classifica, ma non è ancora condannato. La speranza è appesa alle sue spalle larghe, al sinistro ancora capace di far tremare i portieri. Accanto a lui, due giovani talenti, Virdis e Piras, che cercano di imparare dal maestro. Il destino, però, ha già scritto un finale amaro. Il Milan è terzo in classifica e non fa sconti. A inizio ripresa, Calloni porta in vantaggio i rossoneri. Il bomber di Leggiuno lo sa: deve rispondere, deve provare a cambiare il destino di quella partita e della stagione. Lotta, come sempre. È l’ottavo minuto del secondo tempo quando si scontra con Aldo Bet, stopper rossonero. Un contrasto apparentemente innocuo, ma la sua gamba non regge. Gigi cade, si tiene la coscia destra, alza il braccio per chiamare i soccorsi. Lo stadio ammutolisce. I quarantamila spettatori trattengono il fiato. Non è il primo infortunio del loro eroe, eppure questa volta la paura è più grande. Lo accompagnano fuori a braccia, con la speranza che non sia nulla di grave. Lui, con il solito orgoglio, rassicura tutti: «Trenta, quaranta giorni e torno». Non sarà così. La diagnosi è impietosa: distacco del tendine dell’adduttore. Un infortunio che, stavolta, non gli lascerà scampo.

La leggenda di "Rombo di tuono", simbolo del popolo rossoblù

Il Cagliari perderà quella partita 3-1, e a fine stagione retrocederà in Serie B per la prima volta nella sua storia. Riva farà di tutto per rientrare. Resta tesserato per altri due anni, continua ad allenarsi, persino a sognare. Ma la gamba non è più quella di prima. La realtà si impone: la sua carriera è finita. Nessuna partita d’addio, nessun giro di campo con gli applausi del pubblico. Solo il silenzio di una decisione inevitabile. Il 1° febbraio 1976 non è solo la data dell’ultima partita di Gigi Riva. È la fine di un’era, di un calcio che non esiste più. “Rombo di Tuono” non è stato solo il più grande attaccante italiano di sempre, con 35 gol in 42 partite in Nazionale. È stato qualcosa di più. Ha incarnato l’anima di un’isola, la fierezza di un popolo. Gigi Riva non è solo un nome nella storia del calcio. È un’idea, un simbolo, un pezzo di Sardegna che non smetterà mai di vivere.


© RIPRODUZIONE RISERVATA