Il campione metropolitano

Noto anche per i flirt con Naomi Campbell e Anna Falchi, prima dell’unione con l’ex Miss Italia Pedron, il 'Corsaro' Max Biaggi è stato un simbolo dell'Aprilia
Alessandro Di Moro
6 min

«Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano». Il testo della celebre “Amici mai” di Antonello Venditti sembra la descrizione perfetta del rapporto tra un altro romano (e romanista) come Max Biaggi e l’Aprilia, una relazione contraddistinta da fasi alterne ma in grado di durare nel tempo, come dimostra il fatto che il 54enne sia tutt’ora brand ambassador del marchio veneto nel mondo. Un rapporto non comune, d’altronde la carriera di Max ha avuto davvero poco di convenzionale, dagli inizi ai momenti di massimo splendore, quando è stato il primo nell’era moderna a portare il jet set a contatto con le due ruote.

Talento naturale

Il primo sogno di Biaggi non era legato alle corse, bensì al pallone. Le moto divennero parte integrante della sua vita soltanto attorno ai 18 anni, ma un incredibile talento naturale gli consentì di bruciare le tappe, vincendo in sequenza il campionato Sport Production nel 1990 e l’Europeo 250 proprio come pilota Aprilia, Casa che per prima vide in lui un potenziale campione. Non a caso fu proprio con Noale che Max debuttò nel Mondiale nel 1991, vincendo la sua prima gara iridata nel 1992 (il GP Sud Africa a Kyalami), per poi avviare nel 1994 il proprio periodo d’oro. All’interno del poker di titoli consecutivi nella 250, dando vita a una rivalità intensa con Loris Capirossi, Biaggi ne firmò tre con l’Aprilia, accompagnato dall’iconica livrea nera e dallo stile aggressivo che gli valsero l’appellativo di “Corsaro”, rimasto poi fino al termine della carriera. A fine 1996, però, il mancato accordo sul rinnovo portò allo scossone: Max e la Casa di Noale si separarono per diventare rivali l’anno successivo, quando a vincere fu ancora Biaggi, questa volta con la Honda. Con la Casa giapponese il romano salì nella 500, vincendo al primo tentativo a Suzuka, un trionfo passato alla storia (grazie al quale ottenne anche una sessione di test sulla Ferrari di Formula 1) e che sembrò poter spalancare le porte del titolo anche nella classe regina. Un desiderio rimasto tale, anche per via dell’irruzione di Valentino Rossi, del quale Max è stato fiero rivale, con duelli anche sopra le righe.

Pilota e personaggio

Nel frattempo, però, Max era diventato ciò di cui l’Italia del motociclismo aveva bisogno dopo decenni di transizione, rappresentando il primo vero pilota-personaggio dell’era moderna raccogliendo il testimone da Giacomo Agostini e dallo stesso Marco Lucchinelli, magari non un vincitore seriale ma personaggio istrionico capace di farsi conoscere anche come concorrente del Festival di Sanremo. Biaggi, primo campione delle due ruote proveniente da una grande città, non fu da meno e il suo nome arrivò anche lontano dalle piste grazie ad amicizie Vip, vedi l’indimenticato Fabrizio Frizzi, ma anche flirt famosissimi, da Naomi Campbell e Claudia Schiffer ma soprattutto Anna Falchi, per la quale, come ha rivelato lui stesso, effettuò la famosa impennata a Brno rischiando di ribaltarsi sul traguardo, per poi arrivare alla lunga relazione con l’ex Miss Italia Eleonora Pedron, da cui ha avuto due figli.

Il duello con Valentino Rossi

L’approdo in MotoGP e la (accesissima) rivalità con Rossi hanno contribuito a rendere Biaggi ancora più celebre, per un dualismo capace di creare “schieramenti” quasi come ai tempi di Fausto Coppi e Gino Bartali. Per un lustro, tra 2000 e 2005, il confronto tra i due italiani catturò l’attenzione, regalando anche duelli memorabili come il GP inaugurale del 2004, in Sud Africa, con Rossi vincitore al debutto sulla Yamaha contro Max in sella alla Honda. Con il passare del tempo il loro rapporto è migliorato, ma è innegabile che quegli scontri in pista (e sul piano mediatico) abbiano contribuito a incrementare l’interesse nei confronti del Motomondiale anche per un pubblico più generalista.

Impresa e ritiro

I grandi amori che poi ritornano, nel caso di Biaggi e dell’Aprilia, raccontano la “reunion” in Superbike, dove nel 2010 e nel 2012 Max si è laureato campione, unico italiano a compiere l’impresa nelle derivate di serie. Il cambio di paddock si era verificato dopo un’esperienza negativa con la Honda ufficiale MotoGP, nel 2005, seguita dall’esordio strabiliante in SBK nel 2007, vincendo in Qatar. Max è passato attraverso Suzuki e Ducati prima di ritrovare l’amata Aprilia, diventando il pilota capace di condurre la RSV4 alla terra promessa. Trionfi arrivati a cavallo dei 40 anni, con il sesto titolo ottenuto per appena mezzo punto di vantaggio. Un’impresa dopo la quale il romano ha annunciato il ritiro, terminando una carriera ventennale in cui ha vinto e ha perso, è stato amato e criticato, ma di sicuro non ha lasciato nessuno indifferente e la sua impronta è testimoniata dai numerosi fans che grazie a Biaggi si sono avvicinati alle corse.


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