Pino Insegno: “Io e mia moglie Alessia insieme sul palco”

L’attore romano protagonista dal 29 gennaio al 16 febbraio sul palco del Teatro la Cometa di Roma con Imparare ad amarsi, riadattamento del fratello Claudio Insegno di un celebre testo francese
Pino Insegno: “Io e mia moglie Alessia insieme sul palco”
4 min

ROMA - Pino Insegno e sua moglie Alessia Navarro, dal 29 gennaio, protagonisti al Teatro della Cometa di Roma della commedia agrodolce “Imparare ad amarsi”, uno spettacolo frizzante e divertente, davvero da non perdere. Il celebre attore e doppiatore romano racconta la sua nuova fatica teatrale, il suo personale derby domestico, il suo impegno come doppiatore e non solo.

Protagonista al Teatro della Cometa con sua moglie Alessia Navarro, che spettacolo è “Imparare ad amarsi”?
«Sarà un’avventura bellissima, che secondo me funziona da morire, tratta da un testo francese ma a mio parere migliorato. Si tratta di due persone che fanno un percorso d’amore, che attraversa momenti comici e divertenti, altri più commoventi in attesa del colpo di scena finale. Attraverso un curioso escamotage tra l’altro, anche se non si vedono, saranno presenti altri 15 attori, nel senso che noi due interloquiamo dal palco con altri personaggi esterni. Il punto forte della commedia è sicuramente l’originalità, oltre al fatto che è stata scritta molto bene, funziona davvero. Il riadattamento del testo francese fatto da mio fratello Claudio è veramente ben fatto».

Condividere il luogo di lavoro con il partner è una cosa che accomuna molte coppie, per molti è senza dubbio un punto di forza, ma spesso potrebbe anche rivelarsi una lama a doppio taglio. Com’è condividere il palco con tua moglie, e quanto c’è di vostro in questo spettacolo?
«Lama a doppio taglio è davvero il termine più corretto, bisogna sempre riuscire a trovare un equilibro. Ci vuole veramente un attimo a “portare il lavoro a casa” o a portare la vita privata in scena, quindi bisogna sempre essere attenti. Per quanto mi riguarda sono molto fortunato perché Alessia è davvero una professionista esemplare, abituata a stare sul palco. Dovendo usare una metafora calcistica sarebbe un centrocampista che unisce il recupero palla di Oriali alla visione di gioco di Luis Alberto (ride n.d.i.), quindi alla fine grazie a lei a me viene tutto un po’ più semplice. È senza dubbio una persona su cui posso contare».

A differenza sua Alessia è tifosa della Roma, come vivete questo derby domestico?
«La mia fede calcistica non è certo un segreto, ma devo dire che lei, anche se cerca di essere più discreta, è molto tifosa. Domenica (26 gennaio, ndi) abbiamo fatto un preview, una prova a teatro a Ronciglione, proprio alle 18 durante il derby, perché quando abbiamo deciso le date non avevamo idea che si sarebbe giocata la stracittadina in concomitanza. Ci siamo ripromessi di non pensare alla partita durante lo spettacolo, ma ti confido che io il telefono dietro le quinte, per avere aggiornamenti, l’ho tenuto (ride, ndi). Vedendo poi com’è andata, è un punto più che guadagnato che ci fa rimanere lassù».

Per concludere una domanda off topic. Ha prestato la voce a molti personaggi, c’è qualche lavoro di doppiaggio di cui è particolarmente orgoglioso?
«Io ho doppiato in circa 400 film, quindi è davvero difficile fare una scelta. Ti direi Viggo Mortensen ne "Il Signore degli Anelli" perché da lì mi è arrivata una grande soddisfazione anche dal punto di vista mediatico, ma anche Jamie Foxx che è stato difficilissimo da doppiare in “Ray” e che mi ha dato molta soddisfazione e popolarità con “Django”. Sono molto affezionato a questi personaggi che mi “prestano il corpo”, come Sacha Baron Cohen, ma anche lo stesso Will Ferrel che doppio ormai da più di vent’anni. Ecco questi sono quelli a cui mi sento senza dubbio più legato».


© RIPRODUZIONE RISERVATA