Lettere senza confini il 6 febbraio a Firenze

La sede sarà la Sala d'Arme a Palazzo Vecchio a Firenze, giovedì 6 febbraio alle 17.30. Ancora una giornata da dedicare al cuore per provare a metabolizzare il dolore.
Francesca Fanelli
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ROMA - La sede sarà la Sala d'Arme a Palazzo Vecchio a Firenze, giovedì 6 febbraio, alle 17.30. Ancora una giornata da dedicare al cuore per provare a metabolizzare il dolore. Un incontro, voluto e sostenuto dalla vicesindaca Cristina Giachi e dall'assessore Sara Funaro, con le autrici di “Lettere senza confini”: previsti una introduzione al libro con Maurizio Caracciolo direttore delle Edizioni ADV, la testimonianza di una delle mamme, l'esperienza della associazione “La stanza accanto”, con il presidente Loredana Blasi e le conclusioni di Padre Bernardo Francesco Maria Gianni, abate dell'abbazia di San Miniato al Monte. Conduce e modera Gaia Simonetti, che ha prestato dallo sport - è addetto stampa della Lega Pro - la sua voce e la sua penna a questa esperienza.

Il viaggio è stato lungo e forse per questo è ancora più bello condividerlo. Hanno raggiunto più  di 10 città in 12 mesi,  percorso oltre 4000 km, incontrato 400 giovani nelle scuole e nei teatri e  hanno portato il loro messaggio di speranza, confrontandosi alla Libera Università  di Anghiari. Le 6 mamme di Firenze, Mantova e Rieti che hanno scritto lettere a figli che non ci sono più, raccolte in "Lettere senza confini" (ADV Edizioni), curato appunto da Gaia Simonetti, continuano il loro "viaggio", partito scavando dentro l'anima. Il loro messaggio di speranza con i testi rivolti ai figli è  arrivato anche in Francia, Germania, Finlandia fino all'Australia. Uno dei momenti più toccanti è  stata la consegna delle borse di studio a Massimiliano e Claudia, studenti di Amatrice ed Accumuli. La prossima borsa di studio verrà intitolata a Mauro Cordeschi, giovane di Cerreto Guidi, in provincia di Firenze, scomparso in un incidente stradale. La madre Giovanna gli scrive una lettera in cui racconta che "anche se il calendario si è  fermato a quel 27 ottobre,  ho fatto una promessa caro Mauro, il tuo ricordo vive e farò conoscere al mondo il tuo valore". Mauro ha salvato vite con la donazione degli organi. «Il nostro libro è nato dalla condivisione del dolore e da tanto coraggio - dicono le mamme Barbara, Giovanna, Laura, Paola, Stefania e Stefy - è  un atto d'amore per i nostri figli, ma lo è anche per tutti i ragazzi e le mamme». Ed è un viaggio che deve continuare, per non dimenticare.

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