Piccole luci nell'universo, storie e imprese di una cacciatrice di nuovi mondi

L’astrofisica Sara Seager, a capo dello Starshade Project, il programma della Nasa che cerca la vita nello spazio, racconta la sua storia di esplorazioni e rinascite professionali e umane
Piccole luci nell'universo, storie e imprese di una cacciatrice di nuovi mondi
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ROMA - Per il Time Sara Seager è una delle 25 donne più influenti dello spazio. Per il New York Times è «la donna che ci troverà una nuova Terra». Ma in queste pagine è solo Sara, straordinaria e fragile, con gli occhi puntati verso le stelle. Sara Seager è una delle più autorevoli voci mondiali nel campo dell’astrofisica. Ogni stella che popola il cielo rappresenta per lei una possibilità. Se c’è una persona sulla Terra che può rispondere alla domanda «c’è vita nell’Universo?», quella è lei, che ha trascorso l’esistenza dando la caccia agli esopianeti.? Ci sono tuttavia altri campi in cui è meno competente, ad esempio l’empatia e l’abilità sociale. Questo perché Sara è affetta da autismo ma, come molti, ha ricevuto la diagnosi solo da adulta. La malattia non le ha impedito di fare carriera, di innamorarsi, sposarsi e avere due figli. Quando però suo marito muore all’improvviso il mondo di Sara rischia di venire inghiottito da un dolore più profondo dei misteri del cosmo e lei, sotto la pressione della realtà, priva di scudi e di aiuto, crolla. Da questo percorso, intimo e professionale, scaturisce il racconto lucido e toccante di cosa significa essere una donna, una scienziata e una persona autistica e doversi dividere tra le insondabili vastità dell’universo e le altrettanto vaste complessità della sfera domestica, in un mondo professionale competitivo e dominato dagli uomini.

SARA SEAGER è un’astrofisica canadese naturalizzata statunitense, i cui studi sono apparsi sulle maggiori riviste del settore, da Nature, a TIME Magazine, a Discover Magazine. Dopo la laurea in Matematica e in Fisica ha conseguito un dottorato di ricerca in Astrofisica ad Harvard e si è specializzata a Princeton nello studio pionieristico degli esopianeti. Nel 2013 vince un Mac Arthur Genius Grant, uno dei più importanti riconoscimenti americani. Nel 2015 è eletta nella National Academy of Sciences. Nel 2016 riceve una diagnosi confermata di Sindrome di Asperger. Attualmente insegna Fisica e Scienza planetaria al MIT di Boston ed è a capo della sezione tecnologica dello Starshade Project della Nasa, il programma che cerca la vita nello spazio.

Editore : Longanesi
Copertina flessibile : 300 pagine


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