Sport Power: quando la diplomazia scende in campo

Venerdì 11 giugno inizia la serie podcast di 8 episodi sugli intrecci tra atleti, eventi sportivi e relazioni internazionali prodotta dall’Università Cattolica del Sacro Cuore
Sport Power: quando la diplomazia scende in campo
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Può creare ponti, dividere nazioni o fare incontrare paesi e popoli: lo sport non è solo un gioco. È un terreno perfetto per la diplomazia, gli stati e i loro scopi. Olimpiadi, Mondiali e gli altri grandi eventi sportivi sono un palcoscenico unico per far conoscere il proprio Paese e veicolare i propri messaggi: la Sport Diplomacy è al centro di “Sport Power”, il podcast dell’Università Cattolica del Sacro Cuore che in otto puntate racconta gli intrecci tra relazioni internazionali e sport attraverso storie, interviste con atleti, professionisti e docenti. La prima puntata sarà disponibile venerdì 11 giugno, in occasione del fischio di inizio della prima edizione itinerante dei Campionati Europei di calcio: il telecronista di SkySport Maurizio Compagnoni e il giornalista Carlo Pizzigoni vanno alla radice del rapporto tra nazionali, identità e sogno popolare in un dialogo assieme alla prof.ssa Paola Abbiezzi, direttore didattico del Master Almed “Comunicare lo sport”. Il viaggio sonoro di “Sport Power” nasce da un’idea dei ricercatori di TES-D: il progetto, co-finanziato dalla Commissione Europea con il partenariato di Erasmus+ nel programma Sport, vede al centro l’Università Cattolica. La ricerca ha l’obiettivo di sviluppare un set di buone pratiche e di raccomandazioni finalizzate a sostenere e indirizzare una diplomazia sportiva comune a livello europeo. I due motori di questa partnership sono l’International Program and Master in Cultural Diplomacy: Arts and Digital Media for International Relations and Global Communication e l’Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo (Almed) della Cattolica. «Lo sport, i suoi valori, le opportunità di condivisione attraverso i piccoli e grandi eventi, costituiscono da sempre una potente esperienza identitaria - spiega Mariagrazia Fanchi, direttore di Almed -. TES-D si propone di convertire la carica divisiva, spesso connessa all’esperienza sportiva come agone, in un fattore costruttivo di relazioni fra istituzioni e nazioni».  In questa fase, dunque, lo sforzo è propriamente fondativo. Coinvolgendo studiosi e professionisti europei ed extra-europei, e attraverso una mappatura delle azioni di sport diplomacy già attuate con risultato positivo nei 27 Paesi membri dell’Unione europea, il progetto intende sviluppare azioni pilota e consolidare una rete di stakeholder rilevanti in grado di promuovere e sostenere pratiche diplomatiche in ambito sportivo. «La sport diplomacy è un potente strumento di soft power per la reputazione globale di Paesi e continenti - commenta Federica Olivares, director dell’International Program and Master in Cultural Diplomacy della Cattolica -, e in questo caso di quello europeo che vedrà nei prossimi anni, dopo molti anni di Olimpiadi asiatiche, due grandi momenti: Parigi 2024 e Milano-Cortina 2026. Geo-politicamente, le Olimpiadi offrono un proscenio planetario per la reputazione globale di un Paese e la sua public diplomacy. Il progetto TES-D ci ha coinvolto sin dallo scorso febbraio, ma emerge ora sotto una nuova luce, in un contesto mutato nel quale rilanciare il tema della sport diplomacy vuol dire evocare speranze e aspettative per uno scenario futuro in cui la priorità è e sarà quella di creare valore sociale attraverso sviluppo economico, innovazione e lavoro, soprattutto per i nostri giovani».
 TES-D ha preso ufficialmente l’avvio il 27 gennaio 2021, in modalità virtuale. Prevede una durata biennale, con il termine previsto per dicembre 2022. A giugno del prossimo anno l’Università Cattolica ospiterà uno dei meeting, in qualità di leader nella costruzione della literacy, ossia delle fonti, sia a livello internazionale sia locale, che possano fungere da base per l’istituzione di questa disciplina. Oltre alla Cattolica, sono coinvolti nel progetto il French Institute for Internation and Strategic Affairs (IRIS, Francia), l’International Sport and Cultural Association (ISCA, Danimarca) e sei università: Edge Hill University (Regno Unito), la National University of Physical Education of Sports (Romania), SOAS University of London (Regno Unito), l’Université catholique de Louvain (Belgio) e la University Carlos III of Madrid (Spagna). «È una bella sfida – continua Mariagrazia Fanchi - perché il ruolo che ci troveremo a svolgere è triplice: di ricerca scientifica, la nostra seconda missione; di dialogo e interlocuzione con le parti sociali, come le imprese, i professionisti e le associazioni che operano nell’ambito della promozione dello sport a tutti i livelli, dalla promozione dei valori dello sport all’organizzazione dell’evento sportivo; ma anche di public engagement, quindi di terza missione, coinvolgendo gli interlocutori istituzionali. Considerato cosa ci aspetta, a partire dalle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina, è un progetto che dialoga molto bene con il presente ed è un riconoscimento di quello che Università Cattolica è e fa nel tessuto sociale e imprenditoriale italiano».


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