Luca Garro, protesi e ritorno allo sport
Con il progressivo invecchiamento della popolazione, c’è oggi la necessità di trattare con un corretto approccio le articolazioni soggette a usura. Con circa 200mila interventi di protesi al ginocchio ogni anno, l’artrosi rappresenta una patologia multifattoriale (genetica, post traumatica, ecc.) che comporta l’usura progressiva dell’articolazione con perdita di tessuto cartilagineo. In tutti questi casi, rivolgersi al professionista giusto può rappresentare la soluzione per risolvere in modo definitivo il problema. Il dottor Luca Garro, laureato in Medicina e Chirurgia all’Università “La Sapienza” di Roma e che si è specializzato in Ortopedia e Traumatologia all’Università “Tor Vergata”, si occupa principalmente di chirurgia protesica di ginocchio e anca. Un medico di comprovata esperienza che ha conseguito, nel corso della sua prestigiosa attività professionale, alcuni importanti diplomi in patologia chirurgica del ginocchio e in patologia dell’anca.

Protesi al ginocchio
Per garantirsi interventi di successo, è dunque importante rivolgersi a professionisti come il dottor Luca Garro, che opera a Villa Betania, al Policlinico Sant’Anna di Pomezia e in diverse cliniche del Gruppo Giomi: «L’artrosi del ginocchio è oggi una malattia che colpisce non solo gli anziani – sottolinea il dottor Garro – ma anche quelli che noi definiamo “giovani artrosici”, pazienti sui 40-50 anni che, per motivazioni varie, spesso legate anche all’attività sportiva, possono andare incontro a queste problematiche». Spesso ci si domanda se un paziente che si sottopone a intervento di chirurgia protesica possa riprendere una piena attività sportiva: «Assolutamente sì – afferma il dottor Garro – soprattutto quando è possibile intervenire con l’applicazione di protesi monocompartimentali, ossia delle mini protesi utilizzate quando uno solo dei tre compartimenti del ginocchio risulta usurato. I mini impianti possono permettere in alcuni casi di tornare all’attivita sportiva senza particolari problemi». Una possibilità che esiste anche per chi deve provvedere a una sostituzione articolare con impianto di protesi totale (quando il ginocchio è completamente usurato): «Anche in questi casi il paziente può riprendere l’attività sportiva, praticando magari determinate discipline, come a esempio il nuoto, il golf o il tennis (meglio se in doppio)». Gli straordinari passi avanti compiuti nel campo della chirurgia protesica sono stati resi possibili grazie allo sviluppo di materiali modernissimi, uniti a un supporto tecnologico di tipo robotico e computerizzato: «La chirurgia protesica si avvale oggi di strumentazioni che consentono un’accurata pianificazione dell’intervento personalizzato sull’anatomia del ginocchio del paziente. Stiamo parlando della tecnologia computer navigata e di quella robotica o robot-assistita, che consentono il corretto posizionamento dell’impianto e una maggiore efficienza nel tempo dello stesso. Tanto che oggi si può tranquillamente affermare che gli impianti protesici, se ben posizionati, hanno un’aspettativa di durata che supera i 20 anni».

L'intervento all'anca
C’è oggi la necessità sempre più impellente di trattare con il corretto approccio le articolazioni soggette ad usura. E ciò vale anche in riferimento al trattamento delle principali patologie legate all’anca. «Va detto che oggi l’anca rappresenta l’articolazione più protesizzata in assoluto – sottolinea il dottor Garro – sulla quale interveniamo sia a livello artroscopico che protesico. L’artroscopia dell’anca, analogamente a quanto avviene con la stessa pratica su ginocchio e spalla, consente di osservare e intervenire sull’articolazione senza dover accedere a cielo aperto. Utilizzata inizialmente a scopo diagnostico, negli ultimi anni si è affermata anche come soluzione al trattamento vero e proprio della patologia. Ma la maggior parte degli interventi che eseguo sono di natura protesica. Occorre infatti tener presente che l’artroscopia dell’anca non è risolutiva quando il paziente presenta uno stato di artrosi avanzata, cioè quando le superfici articolari sono ormai compromesse. In questo caso, l’unico intervento risolutivo resta la protesi d’anca». Un intervento, quello all’anca, che consente al paziente di recuperare appieno dopo poco tempo e di tornare a praticare tranquillamente l’attività sportiva, negli sport come il doppio nel tennis, il golf, il nuoto e la camminata. In questi casi, il dottor Garro e la sua equipe, intervengono con una pratica che si definisce “accesso mininvasivo anteriore”: «La caratteristica peculiare dell’accesso mininvasivo anteriore consiste nel passare tra i muscoli senza inciderli o staccarli, facilitando dunque la completa ripresa del movimento. Tutti i miei pazienti che sottopongo a questo intervento, hanno dopo poco tempo la possibilità di riprendere l’attività motoria e sportiva nella piena efficienza».
