La spalla... un dolore notturno
Quando si ha un problema a carico dell’articolazione della spalla, un classico è il “dolore notturno” che può essere insidioso, disturbando in modo importante la qualità del sonno con le relative conseguenze.
Quando questo dolore si protrae nel tempo è corretto capirne le cause, in quanto può essere sostenuto sia da processi infiammatori (capsuliti, tendiniti) sia da patologie più serie come le lesioni tendinee della cuffia dei rotatori e l’artrosi gleno-omerale. La diagnosi diventa quindi momento essenziale in quanto ognuna delle patologie prima citate deve essere trattata in modo differente. Per capire meglio di cosa si tratti, degli accorgimenti che risulta necessario prendere e delle eventuali tecniche riabilitative, abbiamo incontrato il Dottor Giovanni Di Giacomo, responsabile del centro di artroscopia – chirurgica del Concordia Hospital di Roma, ed il Dott. Alessandro Danieli, fisioterapista – responsabile del Poliambulatorio Fisiodanieli in Roma.

Il ruolo dello specialista ortopedico, spiega il dott. Di Giacomo, è indispensabile in quanto integrando le informazioni cliniche riferite dal paziente, visitando lo stesso, e richiedendo le indagini strumentali più opportune (radiografie ecografie e Risonanza Magnetica) riuscirà nella maggior parte dei casi a fare una diagnosi specifica. Ad esempio le capsuliti adesive, che si manifestano con dolore e difficoltà al movimento, vengono trattate con infiltrazioni intra-articolari di cortisone e fisioterapia. Nell’artrosi gleno-omerale non grave consigliamo le infiltrazioni intra-articolari di acido ialuronico e una cauta fisioterapia di mantenimento. Nelle forme più gravi si può arrivare addirittura all’impianto di una protesi. Le tendiniti invece spesso sono sostenute da difetti posturali e posizioni non corrette mantenute durante il giorno e la notte, in questi casi la ginnastica posturale e l’abilità del fisioterapista sono essenziali, per risolvere il problema. È una terapia vera e propria, individuale, a tu per tu col fisioterapista, spiega il dott. Danieli, che guida il paziente durante la seduta, facendogli assumere posizioni di autoallungamento (messa in postura) e guidandone la respirazione, per distendere i muscoli accorciati liberandoli dalle tensioni e riattivando quelli “addormentati”. Le lesioni tendinee quindi non necessariamente devono essere trattate chirurgicamente, in questi casi è importante capire quanto la limitazione funzionale incida sulla vita sociale e sportiva del paziente, tendenzialmente nei soggetti più giovani si consiglia la ricostruzione tendinea per via artroscopica, mentre nei soggetti più anziani, in casi selezionati, la riabilitazione può essere molto efficace.
Tale riabilitazione consiste in tre fasi, continua il dottor Danieli:
- Controllo e riduzione del dolore
- Recupero articolare
- Ripristino delle attività di vita quotidiana.
Per ridurre il dolore ci avvaliamo, oltre delle mani mediante una massoterapia decontratturante, di apparecchiature elettromedicali quali: tecarterapia e laserterapia. Attraverso mobilizzazioni passive e attive cerchiamo di recuperare un armonioso movimento dell’articolazione interessata. E per ultimo, attraverso esercizi specifici, riportiamo il paziente ad una autonomia delle attività di vita quotidiana. In conclusione il dolore notturno può essere domato attraverso una diagnosi corretta e un trattamento specifico gestito da equipe competenti.
www.fisiodanieli.it e www.spalla.it
Dr. Alessandro Danieli
Fisioterapista
FISIODANIELI-Roma