"Un tiro mancino", la storia del campione paralimpico Matteo Betti

Il libro, scritto dalla giornalista Giovanna Romano, racconta la storia del campione di scherma in carrozzina e consigliere del Comitato Italiano Paralimpico
"Un tiro mancino", la storia del campione paralimpico Matteo Betti
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“Non ci sia affezioni, non sappiamo se ce la farà”. Così dissero i medici a Eva-Maria quando, dopo sei giorni dalla nascita, le permisero di vedere per la prima volta suo figlio Matteo. Lo spettro di un carcinoma, le paure, gli esami, le corse in ospedale, poi la diagnosi: emiparesi destra causata da un’emorragia cerebrale alla nascita.

“Un tiro mancino”, scritto dalla giornalista Giovanna Romano, racconta la storia di Matteo Betti, campione di scherma in carrozzina e consigliere del Comitato Italiano Paralimpico. Una storia che potrebbe essere quella di centinaia di atleti, ragazzi e ragazze che hanno trovato nello sport la loro arma per affrontare una vita che poteva essere semplice ed invece è straordinaria. Oggi Matteo, figlio di un tassista e di una giovane svizzera innamorata di Siena, è un veterano della Nazionale Italiana di scherma paralimpica ed è salito sulla pedana di Tokyo 2020 per la sua quarta paralimpiade: ci è salito da vice campione del mondo in carica, con il ventitreesimo titolo italiano e ha sfiorato il podio con il quarto posto nell'individuale di fioretto segnando iil miglior risultato della scherma paralimpica maschile e il secondo risultato individuale dell'intera squadra italiana.

Un campione, ma anche un uomo, un marito, un padre impegnato nel sociale, nell’educazione al rispetto delle disabilità, nel sostenere altri giovani che come lui si affacciano al mondo della scherma in carrozzina. Una sensibilità naturale, innata che gli è valsa la nomina di Ambasciatore Paralimpico. Dal volume emerge la tenace fiducia che Matteo nutre nella possibilità di non lasciarsi rinchiudere entro i limiti angusti, talora angustissimi, che la vita sembra volerci riservare: noi non siamo ciò che si è, noi siamo ciò che possiamo diventare.

Venti interviste esclusive alle persone più importanti della vita di Matteo arricchiscono questo racconto fornendo prospettive personali ed emozionanti: da Margherita Zalaffi ai compagni della nazionale come Marco Cima e Andrea Pellegrini, dalla famiglia, ai compagni di scuola e di lavoro, agli allenatori fino al presidente del CIP Luca Pancalli che ha curato l'introduzione del libro. La prefazione è a firma di Carlo Paris, già direttore di Rai Sport, il primo a portare un atleta disabile alla conduzione della Domenica Sportiva. L’impressione che resta nel lettore, una volta giunto alla fine, è che il cuore del libro sia non ciò che a Matteo è accaduto (e quanto lui ha già fatto), ma quanto a Matteo da qui in poi potrà accadere (e quanto lui potrà ancora fare): l’asse presente-futuro relega ai margini l’asse presente-passato.

Un libro che possiede un valore universale: a chiunque si venga a trovare in una condizione di malattia o menomazione esso mostra, con la forza della verità dei fatti (non delle semplici buone intenzioni), che l’essere umano sa essere più forte della malattia e della menomazione. Il ricavato della vendita del libro contribuirà al progetto SPORT SHUTTLE – CAMPIONI IN MOVIMENTO per l’acquisto di un pulmino attrezzato che consentirà alle società sportive paralimpiche senesi di portare i loro atleti agli allenamenti e in trasferta facendogli vivere tutte le emozioni dello sport.


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