Palestre low cost: ma quale inganno? La replica del settore: Il low cost è un’arte

Palestre low cost: ma quale inganno? La replica del settore: Il low cost è un’arte
6 min

Per un imperdonabile errore è stato pubblicato in data 1/10/2022 sul nostro sito un comunicato stampa sulle palestre low cost senza un adeguato filtro redazionale. Ce ne scusiamo apertamente con gli interessati e ospitiamo la replica degli operatori del settore.

Il comunicato degli operatori del settore

"In tale comunicato venivano associati, per fare un sunto dell’accaduto, i marchi del fitness low cost a discount dell’inganno e all’improvvisazione. Ovviamente, a fronte delle pesanti accuse mosse in quell’articolo per voce di Alessandro Madonia, titolare di Palestre di Successo, non si è fatta attendere, come era prevedibile, la risposta ‘piccata’ di tutto il mondo del fitness low cost.

Il leit motiv dei vari CEO e titolari di marchi low cost è sempre lo stesso ed è stato espresso all’unanimità: il Low cost è azienda, organizzazione, è un “basta ‘fronzoli’ (intesi dai clienti come quei servizi aggiuntivi non ritenuti da tutti indispensabili) e paletti per un consumatore che non deve più sottostare alle limitazioni (esempio gli orari) delle palestre tradizionali”.

Approfondendo meglio il settore ci si rende conto che tra i vari vantaggi che offrono i principali brand low cost in Italia (FitActive, GimFIVE, FitExpress, WebFit, giusto per citarne alcune) c’è la possibilità di usufruire h.24 dei vari servizi senza alcun tipo di vincolo. A loro la parola:

“Sappiamo, da studi e ricerche fatte da vari Enti preposti dallo Stato (vedi Istat), che il 60% e oltre degli italiani utilizza o desidererebbe utilizzare servizi e prodotti low cost.” afferma Gerardo Ruberto, Presidente Federazione Sindacale Sportitalia, precursore del fitness low cost già dai primi anni 2000.

“Questo significa semplicemente che low cost per molti è diventato uno stile di vita, una soluzione di acquisto che le persone amano fare, per la libertà di scelta e di decisione -continua Ruberto-. Il low cost è una modalità introdotta verso la fine degli anni ‘70 dalla compagnia aerea Southwest Airlines, una modalità di viaggiare a costi contenuti e che desse la possibilità di volare per chiunque.

Nel libero mercato non ho mai sentito una compagnia aerea di linea screditare le compagnie low cost per fare in modo che le persone salissero a bordo dei propri aereomobili; semplicemente tali compagnie tradizionali hanno escogitato strategie di business e di comfort che potessero portare una parte delle persone a sceglierle.

Perché invece nell’industria del fitness per accreditare il proprio modello di business bisogna gettare fango e screditare un altro modello di business?”

Per concludere afferma Ruberto “Vorrei dire che “low cost” è un’arte e non significa semplicemente prezzo basso, il low cost è una modalità di fare impresa costruita sul concetto Kaizen (minimizzare gli sprechi) per ridurre ciò che si definiscono “fronzoli” e consentire alla maggior parte della popolazione di poter frequentare le palestre e fare movimento fisico”.

Gli fa eco il mondo FitActive, la catena di palestre fitness con oltre 90 Club in tutta Italia e una storia lunga più di 10 anni. “Non sempre, a differenza da quanto asserito da Alessandro Madonia, low cost è sinonimo di "discount" o peggio ancora "inganno", e FitActive ne è la prova tangibile”.

"Al di là del prezzo estremamente competitivo asserisce Eduardo Montefusco, fondatore e CEO FitActive- la nostra missione primaria resta quella di rendere il fitness accessibile a tutti mantenendo però un livello qualitativo alto. Ognuno di noi ha il diritto al movimento e al benessere psicofisico e non è un caso se il nostro motto è proprio "il fitness per tutti”. I nostri collaboratori sono altamente qualificati ed attenti, così che ogni nostro iscritto possa creare il percorso più adatto al raggiungimento dei suoi personali obiettivi."

“Occorre dunque, conclude, prestare grande attenzione prima di puntare il dito, perché c’è chi sceglie di essere sì ‘low cost’ senza però rinunciare ad un’elevata qualità dei servizi offerti”.

Nel dibattito interviene anche Stefano Gambaccini, il primo imprenditore ad aver aperto in Italia un centro low cost h.24 nel non lontano 2009.

Gambaccini, che oggi è fondatore e Presidente del marchio GimFIVE, brand riconosciuto come il fitness più conveniente d’Europa, afferma “Voglio trovare, anche se è davvero dura, del positivo nell’articolo in cui si è associato il format low cost alla parola “inganno”: questa situazione ha permesso finalmente di fare chiarezza tra i vari operatori del fitness”.

Ritengo infatti, nel merito, che quanto scritto in quell’articolo sia la cartina tornasole di un settore, che in parte rimane troppo ancorato a retaggi del passato, incapace di evolversi e stare al passo coi tempi. Non ho mai visto, giusto per fare qualche esempio, mobilifici “tradizionali” indignarsi per il modello creato da Ikea, un concept di mobili per tutti, capace di unire hobby, divertimento e coinvolgimento della famiglia. Men che meno ho notato marchi della moda puntare il dito contro brand come Primark, multinazionale dell’abbigliamento.

E' innegabile che negli ultimi 10 anni e più il format low cost abbia preso piede in Italia in maniera preponderante, nel fitness come in tanti altri settori.

A riprova di ciò negli ultimi anni hanno aperto centinaia e centinaia di nuove palestre low cost in ogni angolo d’Italia, e su questo ne sono stato precursore. Il trend è quello e negarlo, nasconderlo, mistificarlo o peggio ancora screditarlo è un grosso errore. Nel fitness, come in ogni mercato esistono per un qualsiasi prodotto o servizio fasce di prezzo, modalità di acquisto ed erogazione differenti.

Il consumatore diviene egli stesso giudice sempre più consapevole che decide in base ai propri bisogni cosa è meglio per lui”.

Ringraziamo il settore low cost per aver accolto le nostre scuse e siamo lieti di aver loro concesso spazio analogo per il diritto di replica.


© RIPRODUZIONE RISERVATA