L'Inno Nazionale resti intangibile

L'intervento di Tagliente, presidente della Fondazione Insigniti OMRI, sull'importanza del Canto degli italiani.
L'Inno Nazionale resti intangibile
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La polemica sulla versione rimaneggiata de Il Canto degli Italiani da parte di una scuola di Merate («Siam pronti alla vita» invece di «Siam pronti alla morte») conferma – anche attraverso provocazioni non sempre condivisibili – la centralità simbolica del nostro inno nazionale, che dopo 177 anni mantiene ancora intatta la sua straordinaria forza evocativa.

Sostenitrice del ruolo fondamentale dei simboli nazionali nell’educazione civica delle nuove generazioni, la Fondazione Insigniti OMRI, che riunisce i decorati del massimo ordine cavalleresco repubblicano, ha avviato una campagna per il riconoscimento della dignità costituzionale all’Inno di Mameli, che si affiancherebbe così al Tricolore in una nuova redazione dell’articolo 12.

«Agli inizi di aprile – spiega il prefetto Francesco Tagliente, Presidente della Fondazione – ho inviato una lettera ai Presidenti dei Gruppi parlamentari del Senato e della Camera, chiedendo loro di farsi parte attiva nell’iniziativa e ricevendo già alcune risposte che lasciano ben sperare. L’Inno nazionale e il Tricolore – ha proseguito Tagliente – sono i simboli più pregnanti dell’Italia repubblicana, i simboli in cui si salda l’identificazione tra la collettività nazionale e lo Stato. Sono i simboli delle libertà conquistate, che hanno accompagnato il cammino del nostro Paese dall’Unità sino al suo approdo nel consesso delle libere Nazioni».
«La collocazione del Canto degli Italiani tra i principi fondamentali – ha concluso Tagliente – consentirebbe di assimilarlo agli altri pilastri enunciati nella Costituzione e, ci auguriamo, a farlo conoscere e a restituirlo alla sua bellezza originaria che, purtroppo, è stata alterata nel tempo conferendogli un andamento ingessato e militaresco distante anni luce dalla partitura di Michele Novaro».


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