Il Gran Paradiso, il parco più antico d’Italia

Il Gran Paradiso, il parco più antico d’Italia

L’area protetta: un territorio da 70.000 ettari
Fabio Argentini
4 min

La storia del Parco Nazionale Gran Paradiso è indissolubilmente legata alla protezione del suo animale simbolo, lo stambecco. Già nel 1856 Re Vittorio Emanuele II aveva dichiarato Riserva Reale di Caccia queste montagne, salvando in questo modo lo stambecco dall’estinzione, poiché in quegli anni la sua popolazione si era ridotta a livelli allarmanti. E istituì un corpo di guardie specializzate facendo costruire sentieri che, ancora oggi, costituiscono l’ossatura viaria per la protezione della fauna da parte dei guardaparco e rappresentano il nucleo della rete escursionistica. «Nel 1922 – racconta il presidente del Parco Mauro Durbano il Re donò allo Stato italiano i 2.100 ettari della riserva di caccia, a condizione che vi fosse istituito un parco nazionale. Dopo oltre cento anni, il Gran Paradiso, il parco più antico d’Italia, è tra i più conosciuti al mondo, e contribuisce alla salvaguardia della biodiversità in una delle aree protette più estese del Paese. Il Parco Nazionale Gran Paradiso è anche un luogo privilegiato per chi desidera praticare sport immerso in un paesaggio d’alta quota di rara bellezza. Con i suoi oltre 70.000 ettari di territorio protetto, offre possibilità uniche per muoversi all’aria aperta in armonia con la natura in tutte le stagioni dell’anno».

La rete di sentieri del Parco si estende per più di 500 chilometri e consente di vivere il trekking e l’escursionismo a diversi livelli di difficoltà: dalle passeggiate pianeggianti lungo i fondovalle, alle salite più impegnative che conducono ai rifugi d’alta quota. Ogni percorso regala scorci unici su ghiacciai, praterie e foreste di larici. Per chi ama la corsa in montagna, è un vero paradiso del trail running con le valli che offrono tracciati che alternano salite impegnative e tratti corribili: la Royal Ultra Sky Marathon è una manifestazione di richiamo internazionale. Gli appassionati di ciclismo su strada possono misurarsi con salite che hanno visto protagonisti anche i professionisti, come nella tappa del Giro d’Italia 2019. Il Colle del Nivolet, con i suoi tornanti che si snodano fino a oltre 2.600 metri di quota, è una meta imperdibile per chi vuole mettersi alla prova.

Le acque del lago di Ceresole Reale, offrono lo scenario ideale per gli appassionati della vela. Infine, per chi cerca un contatto ancora più intimo con il paesaggio, i prati alpini e le radure costituiscono lo scenario perfetto per pratiche dolci come yoga, pilates o ginnastica all’aperto. Alcune associazioni organizzano eventi dedicati, come il festival “Yoga e Natura” in Valsavarenche, che propone sessioni all’alba e al tramonto per un’esperienza di benessere completa, in armonia con i suoni e i ritmi della montagna. Qualunque sia l’attività scelta, il Parco invita ogni visitatore a praticare sport in modo consapevole: rispettando i sentieri, evitando di disturbare la fauna e lasciando intatti i luoghi attraversati. Muoversi tra le sue valli significa prendersi cura di un patrimonio naturale unico che offre a tutti la possibilità di rigenerarsi attraverso il movimento, la scoperta e l’incontro con un ambiente autentico.


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