Il testamento di Emanuela è un inno alla vita
ROMA - Un lutto da elaborare pubblicamente affinché diventi una lezione salvifica per tutti. È proprio così che la morte di Emanuela non è stata vana e, al di là del dolore indelebile di familiari e amici, può aiutare a evitare che altre giovani vite si spezzino in una diffusa sensazione di impotenza. “Quello che non ho visto arrivare”, il libro scritto da Giorgio Perinetti con il collega Michele Pennetti, non è un pianto tardivo e colpevole per la perdita della figlia di uno dei più importanti dirigenti del calcio italiano, il papà di Emanuela, giovane donna brillantemente laureata e manager sportiva di livello nazionale. Piuttosto, si tratta del tentativo di aiutare chi incrocia l’anoressia ed è costretto a confrontarsi con i disturbi alimentari, purtroppo più diffusi e più tragici di quanto non si creda.
SERATA INTENSA AL CIRCOLO ANIENE - Presentato al Circolo Aniene di Roma, con il presidente Massimo Fabbricini a fare gli onori di casa insieme al moderatore Guido D’Ubaldo, storica firma del Corriere dello Sport-Stadio, e presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio, il racconto della tragica vicenda di Emanuela Perinetti è diventato una case history di autentica speranza. Come hanno spiegato le relatrici accanto al direttore Perinetti, fiducioso di poter capovolgere lo scenario - se non più a livello personale, quanto meno quello di tante famiglie costrette a confrontarsi con una malattia quasi sempre letale e subdola. Ma curabile se affrontata con gli strumenti e i tempi giusti.
EMERGENZA VERA - Secondo i dati del Ministero della Salute, sono 3,6 milioni gli italiani che soffrono di disturbi della nutrizione alimentare, Di questi 3,6, e ben 540 mila le persone che patiscono per anoressia nervosa, la malattia che ha stroncato Emanuela. Ma i dati diventano ancora più allarmanti quando si constata che il 90% sono donne tra i 15 e i 25 anni. Quasi tutti gli uomini anoressici sono compresi nella fascia d’età tra i 12 e 17 anni. E il bilancio finale è davvero una tragedia: in Italia muoiono 4 mila persone all’anno di disturbi dell’alimentazione e ci sono 4 mila bambini tra gli 8 e i 9 anni che ne soffrono. Una vera e propria epidemia sociale. «I disturbi alimentari sono un’emergenza. Hanno quasi sempre come vittime giovani e bambini e sono in aumento», ha ricordato il coautore del libro, il giornalista Michele Pennetti. «Ecco perché bisogna rompere il guscio in cui si chiudono tanti giovani e far emergere le fragilità», hanno sottolineato la psicoterapeuta Virginia Ciaravolo, la dottoressa Barbara Maggiore dell’Aidap (Ass. Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso) e Annamaria Speranza, ordinaria di Psicopatologia dello sviluppo alla Sapienza di Roma. «E' anche fondamentale elaborare i lutti che arrivano nella vita di tutti. Proprio come quello di Daniela, mamma di Emanuela, amica e complice della figlia».
IL TESTAMENTO DI EMANUELA - Una serata intensa e di approfondimento sugli effetti devastanti di un disturbo che può essere affrontato. Lo sapeva la stessa Emanuela, che sul suo diario appuntava pensieri profondi, rivelati dal papà Giorgio con orgoglio e commozione: «Coppe che si levano, pesi che si sollevano, salti che elevano: apparentemente sembra che nello sport il valore venga stabilito da quanto una persona riesca ad alzare. Eppure credo non sia così. Sono convinta, infatti, che la vera forza non stia in ciò che riusciamo ad alzare, ma nelle volte in cui riusciamo a rialzare ciò che ci è caduto. Compresi noi stessi». Insomma, il testamento di Emanuela è un inno alla vita.
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