L’impresa del Crotone in lizza per il Laureus Best Sporting Moment di novembre<br />  

Bradley Lowery si è aggiudicato, postumo, il voto del pubblico per il Laureus Best Sporting Moment of the Year di ottobre
L’impresa del Crotone in lizza per il Laureus Best Sporting Moment di novembre
 

Londra, 3 novembre 2017 – Ha conquistato i cuori di milioni di fan nonché quello dell'attaccante inglese Jermain Defoe con il suo ottimismo contagioso e il suo sorriso pieno di coraggio: Bradley Lowery si è aggiudicato, postumo, il voto del pubblico per il Laureus Best Sporting Moment of the Year di ottobre. Bradley è ora candidato come Best Sporting Moment of the Year ai Laureus World Sports Awards 2018.

Da oggi scatta, invece, il concorso per il mese di novembre, con altri sei video di grande impatto emotivo. Per guardare questi videoclip emozionanti e commoventi e VOTARE il tuo preferito, visita il sito web myLaureus.com. Gli appassionati di sport possono anche inviare video che hanno visto o apprezzato a myLaureus.com che verranno ammessi nella rosa finale dei candidati nei prossimi mesi. Tra i video in lizza questo mese c’è anche quello che ripercorre l’impresa del Crotone di Davide Nicola, capace nella scorsa stagione di raggiungere un’insperata salvezza in serie A, conquistando ben 20 punti nelle ultime 9 giornate di campionato.

Ogni mese, da agosto a dicembre, il pubblico può selezionare il "momento" preferito tra sei video in lizza, scelti dalle leggende dello sport della Laureus World Sports Academy. I cinque vincitori mensili si sfideranno poi in un testa a testa con voto pubblico finale e il vincitore verrà annunciato alla cerimonia dei Laureus World Sports Awards 2018. Bradley si unisce a Kimi Räikkönen con il suo piccolo fan di 6 anni, Thomas Danel, e alla star dei motori, fonte di grande ispirazione, il diciottenne Billy Monger come terzo candidato ai Laureus Awards 2018.

Il premio Laureus Best Sporting Moment promuove qualità come il fair play, la sportività, il sacrificio e la dedizione e guarda oltre le classifiche o i podi. Simboleggia i veri valori dello sport, sottolineando come lo sport abbia il potere di cambiare il mondo.


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Laureus Best Sporting Moment of the Year - Candidati di novembre

L'arciere senza braccia - Matt Stutzman supera le difficoltà per sconfiggere gli arcieri normodotati ai Campionati nazionali statunitensi


Matt Stutzman è nato senza braccia, ma sin da piccolo ha trovato il modo per fare ciò che desiderava. Davanti alle avversità ha sempre fatto del proprio meglio per superare gli ostacoli presenti lungo il suo cammino.
Stutzman ha scelto il tiro con l'arco e si è avvicinato a questo sport come ha fatto con tutto il resto nella sua vita, ovvero adattandosi alle avversità piuttosto che fare il contrario. Leon e Jean Stutzman lo hanno educato così, dopo averlo adottato quando aveva appena 13 mesi. Ci è voluto un po' per imparare, ma all'età di 28 anni si è iscritto a un torneo con 550 arcieri fisicamente abili. “In realtà non è andata benissimo” racconta Stutzman, “e io volevo diventare il miglior tiratore con l'arco del mondo”. Così ha iniziato ad allenarsi otto ore al giorno, perfezionando gradualmente i suoi metodi di allenamento.
La pratica lo ha ripagato. A un torneo, cui ha partecipato a inizio 2011, qualcuno ha suggerito a Stutzman di prendere in considerazione l'idea di partecipare alle Paralimpiadi. Non ci aveva mai pensato, ma 18 mesi dopo era a Londra... ed è tornato a casa con una medaglia d'argento. “Un atleta finlandese mi ha battuto. Mentre eravamo sul podio gli ho detto 'Non mi batterai un'altra volta'” racconta Stutzman. "Non capiva l'inglese così ha assentito. Successivamente ci siamo incontrati di nuovo altre volte in occasione di tornei internazionali e da allora non mi ha più battuto”. Stutzman si è preso una pausa dal team paralimpico statunitense. Vuole qualificarsi per il team fisicamente abile e competere con i migliori tiratori con l'arco del mondo.
Ad agosto l'atleta originario di Kansas City ha stupito tutti durante i Campionati US National Target di Westfield, in Indiana. Contro ogni previsione, Stutzman è riuscito a vincere il Compound maschile, scolpendo il proprio nome nei libri di storia. In un campo di tiratori fisicamente abili presenti nella sua divisione, questo arciere senza braccia ha eliminato gli altri concorrenti raggiungendo, tiro dopo tiro, la vetta della classifica.


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Campioni eterni – Il Chapecoense, la squadra dilaniata da un devastante incidente aereo, ispira la comunità calcistica con un miracoloso recupero e ritorno in campo del difensore sopravvissuto Alan Ruschel

 


Deve esserci stato un momento, nel bel mezzo della traversata dell'Italia in bici, in cui Davide Nicola, tecnico del Crotone di 44 anni, deve aver pensato che la sua impresa era quasi impossibile. Gambe pesanti, sguardo basso; Nicola avrà guardato per qualche secondo lo spettacolare paesaggio, prima di rendersi conto di aver superato gli ostacoli più alti, ritrovando una spinta inaspettata. Proprio come è accaduto alla sua squadra.
Attraversare il Paese in bicicletta in un viaggio di 1.300 chilometri è stato solo l'effetto collaterale di una delle più incredibili rimonte che la Serie A abbia mai visto in anni; il tecnico aveva promesso di andare in bicicletta da Crotone a Torino, sua città natale, se la squadra avesse raggiunto la salvezza, in un momento in cui era probabilmente l'unico a credere che tale risultato fosse possibile. Il 1° aprile, il Crotone aveva racimolato solo 14 punti, ma - ispirata dal suo allenatore - la squadra ha ritrovato da quel momento uno slancio incredibile. Una sensazionale corsa di 20 punti sui 27 disponibili l'ha vista rimontare posizioni su posizioni in classifica, ottenendo una salvezza quasi miracolosa in Serie A.
E perché il giro in bicicletta? Quasi tre anni prima, suo figlio Alessandro di 14 anni perse la vita in bicicletta in un incidente con un autobus. Qualche giorno dopo la salvezza raggiunta dalla sua squadra, il tecnico scrisse in un post su Facebook: "Abbiamo combattuto insieme in questa stagione complicata, ma ora so che siete qui con me. Con la vostra energia, mi avete dato la forza per continuare a inseguire l'impossibile. Mi sarebbe piaciuto festeggiare con voi, guardarvi negli occhi, vedere il vostro sorriso, prendervi la mano e correre insieme festeggiando. Tutto quello che faccio è per voi, tutto ciò che realizzo è vostro, ogni sogno che ho è vostro".

 


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Lottare assieme – Il tecnico del Crotone, Davide Nicola, aiuta la squadra a realizzare un miracolo restando in Serie A e poi percorre in bici 1.300 km in onore del figlio deceduto in un incidente ciclistico

 


Deve esserci stato un momento, nel bel mezzo della traversata dell'Italia in bici, in cui Davide Nicola, tecnico del Crotone di 44 anni, deve aver pensato che la sua impresa era quasi impossibile. Gambe pesanti, sguardo basso; Nicola avrà guardato per qualche secondo lo spettacolare paesaggio, prima di rendersi conto di aver superato gli ostacoli più alti, ritrovando una spinta inaspettata. Proprio come è accaduto alla sua squadra.
Attraversare il Paese in bicicletta in un viaggio di 1.300 chilometri è stato solo l'effetto collaterale di una delle più incredibili rimonte che la Serie A abbia mai visto in anni; il tecnico aveva promesso di andare in bicicletta da Crotone a Torino, sua città natale, se la squadra avesse raggiunto la salvezza, in un momento in cui era probabilmente l'unico a credere che tale risultato fosse possibile. Il 1° aprile, il Crotone aveva racimolato solo 14 punti, ma - ispirata dal suo allenatore - la squadra ha ritrovato da quel momento uno slancio incredibile. Una sensazionale corsa di 20 punti sui 27 disponibili l'ha vista rimontare posizioni su posizioni in classifica, ottenendo una salvezza quasi miracolosa in Serie A.
E perché il giro in bicicletta? Quasi tre anni prima, suo figlio Alessandro di 14 anni perse la vita in bicicletta in un incidente con un autobus. Qualche giorno dopo la salvezza raggiunta dalla sua squadra, il tecnico scrisse in un post su Facebook: "Abbiamo combattuto insieme in questa stagione complicata, ma ora so che siete qui con me. Con la vostra energia, mi avete dato la forza per continuare a inseguire l'impossibile. Mi sarebbe piaciuto festeggiare con voi, guardarvi negli occhi, vedere il vostro sorriso, prendervi la mano e correre insieme festeggiando. Tutto quello che faccio è per voi, tutto ciò che realizzo è vostro, ogni sogno che ho è vostro".

 


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Dalla metanfetamina alla gloria – L'ascesa di Luvo Manyonga, dopo aver toccato il fondo con la dipendenza dalle droghe oggi guarda il mondo dall'alto.

 


Luvo Manyonga, ventiseienne africano di salto in lungo, si è risollevato dalla dipendenza dalla droga fino a raggiungere la vetta del mondo. Ha infatti superato la tremenda dipendenza dal cosiddetto “tik”, una sostanza mortale, variante della metanfetamina e ampiamente utilizzata nelle township intorno a Mbekweni, Capo Occidentale del Sudafrica.
Cinque anni fa Manyonga ha capito di essere al “cinque per cento dalla morte”, tale era la sua dipendenza dalla droga e la spirale distruttiva che aveva intrapreso, rischiando di buttare via una promettente carriera. Nel 2010 si era aggiudicato il premio di campione di salto in lungo World Junior, si era poi piazzato in quinta posizione ai Campionati del Mondo del 2011, a Daegu, all'età di 20 anni, ma una volta tornato a casa era caduto nella dipendenza spendendo ciò che aveva vinto per l'acquisto di droga per sé e per i suoi amici. Nel 2012, invece di partecipare alle Olimpiadi di Londra, era a casa a scontare un divieto di 18 mesi dopo un test positivo alla metanfetamina, una delle numerose droghe ricreative illegali.
Facciamo un balzo in avanti di quattro anni: Manyonga inizia a mostrare risultati sorprendenti. Alle Olimpiadi di Rio del 2016 la sua dipendenza dalla droga è sembrata ormai un lontano ricordo quando, ancora una volta, è salito sul podio per ritirare la medaglia d'argento nel salto in lungo.
Ai Campionati Mondiali di Atletica di quest'anno, Manyonga ha superato se stesso vincendo la medaglia d'oro con un salto da 8,48 m. Dopo l'ultimo tentativo, è ricaduto sulla sabbiera lasciando un'impronta ad angelo. “Questa medaglia d'oro mi rende immensamente felice” ha affermato Manyonga. “Ho pregato per avere questa medaglia d'oro, il record del mondo è il mio prossimo obiettivo”. E, considerando la determinazione che ha mostrato in passato, potrebbe riuscire a realizzare anche questo obiettivo nel prossimo futuro.

 


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La buca più lunga – Adam Rolston e Ron Rutland completano la buca più lunga in 80 giorni attraverso la Mongolia

 


Luvo Manyonga, ventiseienne africano di salto in lungo, si è risollevato dalla dipendenza dalla droga fino a raggiungere la vetta del mondo. Ha infatti superato la tremenda dipendenza dal cosiddetto “tik”, una sostanza mortale, variante della metanfetamina e ampiamente utilizzata nelle township intorno a Mbekweni, Capo Occidentale del Sudafrica.
Cinque anni fa Manyonga ha capito di essere al “cinque per cento dalla morte”, tale era la sua dipendenza dalla droga e la spirale distruttiva che aveva intrapreso, rischiando di buttare via una promettente carriera. Nel 2010 si era aggiudicato il premio di campione di salto in lungo World Junior, si era poi piazzato in quinta posizione ai Campionati del Mondo del 2011, a Daegu, all'età di 20 anni, ma una volta tornato a casa era caduto nella dipendenza spendendo ciò che aveva vinto per l'acquisto di droga per sé e per i suoi amici. Nel 2012, invece di partecipare alle Olimpiadi di Londra, era a casa a scontare un divieto di 18 mesi dopo un test positivo alla metanfetamina, una delle numerose droghe ricreative illegali.
Facciamo un balzo in avanti di quattro anni: Manyonga inizia a mostrare risultati sorprendenti. Alle Olimpiadi di Rio del 2016 la sua dipendenza dalla droga è sembrata ormai un lontano ricordo quando, ancora una volta, è salito sul podio per ritirare la medaglia d'argento nel salto in lungo.
Ai Campionati Mondiali di Atletica di quest'anno, Manyonga ha superato se stesso vincendo la medaglia d'oro con un salto da 8,48 m. Dopo l'ultimo tentativo, è ricaduto sulla sabbiera lasciando un'impronta ad angelo. “Questa medaglia d'oro mi rende immensamente felice” ha affermato Manyonga. “Ho pregato per avere questa medaglia d'oro, il record del mondo è il mio prossimo obiettivo”. E, considerando la determinazione che ha mostrato in passato, potrebbe riuscire a realizzare anche questo obiettivo nel prossimo futuro.

 


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Il mio migliore amico – L'amicizia tra Jarryd Haines e Mark Smith dimostra che il football australiano è molto più di un semplice gioco

 

 


"Mateship" è un'espressione australiana che significa amicizia e uguaglianza, anche in tempi di grande difficoltà. Mark Smith e Jarryd Haines, due giovani ragazzi di Sydney, incarnano questo concetto di stretta amicizia. I due si conoscono sin da piccoli e da sempre si divertono a praticare sport insieme. Se ci fosse una palla in giro, sarebbero in cortile per fare un importante test Ashes o segnare un punto spettacolare nel Grand Final Australian Rules per i loro amati Sydney Swans.
Qualche anno fa, quando Mark aveva solo nove anni, gli fu diagnosticato il cancro al cervello e alla colonna vertebrale. A causa di ciò il ragazzo ha perso: la vista, parte dell'udito e la possibilità di praticare gli sport che ama. Durante l'estenuante trattamento medico che stancava tantissimo Mark causandogli nausea perenne, Jarryd è rimasto al suo fianco, condividendo la passione per lo sport, in particolare per i Sydney Swans.
Sebbene Mark non veda più, la sua passione per gli Swans è immutata. Di solito ascolta le radiocronache in streaming. Purtroppo in occasione dell'ultima partita regolare della stagione, il 26 agosto, durante il secondo quarto della partita lo streaming si è interrotto. Fortunatamente il suo amico Jarryd era con lui, e ha cominciato a fare il commentatore con il suo personalissimo stile. Gioco dopo gioco, Jarryd dava vita alla partita.
“Cosa succede, amico?” Mark esultò quando Buddy Franklin, grande attaccante degli Aussie Rule, si pavoneggiava sulla linea dei 50 metri in cerca della palla, alla ricerca del suo decimo gol. “Non preoccuparti, Mark. Ci penso io”, rispose con calma Jarryd. “OK. Buddy ha la palla. È piuttosto lontano. Ce la farà? Ce la farà. Farà il suo decimo goal! Buddy è scatenato.”
Quando gli Swans lo hanno saputo, Mark e Jarryd sono stati accolti come eroi allo stadio per assistere a una sessione di allenamento. I giocatori si sono messi in semicerchio davanti a loro e hanno fatto un grande applauso quando hanno saputo della loro amicizia. Ai ragazzi sono state regalate le maglie ed è stato detto che, nella finale di eliminazione contro l'Essendon del 9 settembre, sarebbero entrati in campo assieme ai giocatori prima di prendere posto con le loro famiglie in una zona riservata a loro dal club.

 

 


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Londra, 3 novembre 2017 – Ha conquistato i cuori di milioni di fan nonché quello dell'attaccante inglese Jermain Defoe con il suo ottimismo contagioso e il suo sorriso pieno di coraggio: Bradley Lowery si è aggiudicato, postumo, il voto del pubblico per il Laureus Best Sporting Moment of the Year di ottobre. Bradley è ora candidato come Best Sporting Moment of the Year ai Laureus World Sports Awards 2018.

Da oggi scatta, invece, il concorso per il mese di novembre, con altri sei video di grande impatto emotivo. Per guardare questi videoclip emozionanti e commoventi e VOTARE il tuo preferito, visita il sito web myLaureus.com. Gli appassionati di sport possono anche inviare video che hanno visto o apprezzato a myLaureus.com che verranno ammessi nella rosa finale dei candidati nei prossimi mesi. Tra i video in lizza questo mese c’è anche quello che ripercorre l’impresa del Crotone di Davide Nicola, capace nella scorsa stagione di raggiungere un’insperata salvezza in serie A, conquistando ben 20 punti nelle ultime 9 giornate di campionato.

Ogni mese, da agosto a dicembre, il pubblico può selezionare il "momento" preferito tra sei video in lizza, scelti dalle leggende dello sport della Laureus World Sports Academy. I cinque vincitori mensili si sfideranno poi in un testa a testa con voto pubblico finale e il vincitore verrà annunciato alla cerimonia dei Laureus World Sports Awards 2018. Bradley si unisce a Kimi Räikkönen con il suo piccolo fan di 6 anni, Thomas Danel, e alla star dei motori, fonte di grande ispirazione, il diciottenne Billy Monger come terzo candidato ai Laureus Awards 2018.

Il premio Laureus Best Sporting Moment promuove qualità come il fair play, la sportività, il sacrificio e la dedizione e guarda oltre le classifiche o i podi. Simboleggia i veri valori dello sport, sottolineando come lo sport abbia il potere di cambiare il mondo.


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