"Fighting spirit Muay Thai - Road to Thai Fight", Gabriele Casella trionfa: «Una gioia pazzesca»

Il pluricampione del mondo batte il francese Corentin Jallon nel Prestige Fight Italia-Francia, categoria 82 kg
"Fighting spirit Muay Thai - Road to Thai Fight", Gabriele Casella trionfa: «Una gioia pazzesca»
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All’Atlantico di Roma lo scorso sabato 27 aprile si è disputato il “Fighting Spirit Muay Thai - Road to Thai Fight”, patrocinato dall’Ente Nazionale per il Turismo Thailandese e dalla Kikbms, con l'organizzazione di Gianluca Colonnese. Tra i 18 Prestige Fight in cui, fino a tarda notte, si sono sfidati 36 atleti, quello di Gabriele Casella del Team Sap Fighting Style, contro il campione di Francia Corentin Jallon era il match più atteso. Il pluricampione del mondo detto “Il Magnifico” ha avuto la meglio su Jallon. Il giovane romano, che ha combattuto nella categoria 82kg, ha preso subito il sopravvento sull’avversario, colpendolo duramente e portandolo in più occasioni al limite del ko. 
Casella non ci ha risparmiato nulla e ha usato tutte le tecniche che ha affinato in questi anni e che gli hanno consentito di battere sempre i migliori fighter thailandesi che lo hanno sfidato in ogni parte del mondo. Tecniche di gambe, l’uso di gomiti e di proiezioni tipiche della Muay Thay, unite all’uso di tecniche pugilistiche consolidate in questi anni, lo hanno aiutato ad essere ‘Vincitore’ anche ieri sera. Gabriele si è infatti aggiudicato il Prestige Fight Italia - Francia nella categoria 82 kg.


Alla fine del match ha espresso soddisfazione per esser riuscito ad avere la meglio su di un forte avversario capace di combattere al limite delle possibilità fisiche. 

Il tuo avversario del Prestige Fight, il campione francese Corentin Jallon, è un fighter che pratica anche la Leth Wei, la sanguinaria arte marziale Birmana, lo sport più brutale al mondo, in cui si combatte senza guantoni e senza limitazioni di colpi, compresi quelli di testa. Non ci sono vittorie ai punti in questa disciplina in cui per vincere bisogna mandare K0 l’avversario. Non hai avuto paura?
Il fatto che si pratichi lo sport più brutale al mondo non ti vaccina dalle sconfitte. Ai nostri livelli tutti gli atleti sono al meglio della loro condizione fisica, ma quello che vince è colui che riesce ad essere più lucido, a portare l’avversario fuori dalla propria zona di comfort, fuori dal campo dove lui è più forte. La partita si gioca tutta su questo slittamento di senso.

Al primo round hai inflitto un knock down la tuo avversario con il colpo thai per eccellenza, la gomitata, mandandolo al tappeto, il match sembrava finito….
Sì, il match sembrava finito, ma l’avversario aveva grandi capacità di recupero. Dopo essersi rialzato ha cercato di legarmi con i clinch, pensando così di sovrastarmi.    

Dopo la vittoria che ti sei conquistato contro il campione di Francia Jallon, un match al massimo  livello tecnico e agonistico, sappiamo che continui il tuo tour nelle scuole contro la violenza? Non è in contraddizione con l’intensità di certi match sul ring?
Per niente. Quello contro la violenza è un impegno costante dei veri fighter. La vera violenza non è quella sul ring, dove si combatte nel rispetto di regole precise e condivise. Hai visto quando all’inizio del terzo match il mio avversario Jallon mi ha abbracciato? Gli sport da combattimento sono, per assurdo, la metafora di una società non violenta in cui l’unica forma di violenza possibile è quella ritualizzata. La vera violenza si realizza quando si violano i diritti degli altri. Questa è la vera violenza e qui sta la radice di tutti i mali che devastano la nostra società, dal bullismo nelle scuole fino al femminicidio. Il mio tour tra giovani e giovanissimi delle scuole è cominciato, agli inizi del 2019, nelle scuole del quartiere romano di San Basilio e continuerà nelle scuole dell’area metropolitana romana, in questo scorcio di chiusura dell’anno  per proseguire tutto prossimo anno scolastico.

Come ti spieghi il successo dilagante degli sport da combattimento e della Muay Thai  in Italia?
Qualcosa di molto più di un incontro sportivo, qui la posta in gioco è l’identità di intere generazioni in una società liquida senza più punti di riferimento. Un rito collettivo che passa attraverso una terapia individuale.
 
E’ vero molti manager e top manager ricorrono a queste discipline per migliorare le proprie capacità lavorative e che molte aziende le inseriscono nei percorsi didattici dei propri dipendenti ?
E’ vero. Sono discipline fondamentali per la crescita personale e professionale.


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