WWE, Drew McIntyre: "Giocavo a calcio, smisi dopo un'espulsione ingiusta"

L'attuale campione dei pesi massimi della World Wrestling Entertainment si racconta a pochi giorni dal suo match contro Randy Orton a SummerSlam
WWE, Drew McIntyre: "Giocavo a calcio, smisi dopo un'espulsione ingiusta"
6 min

ORLANDO (Florida) - Nonostante il contesto generale non sia dei migliori a livello planetario, il 2020 di Drew McIntyre è stato sicuramente memorabile. Prima la vittoria della Royal Rumble a gennaio, poi il conseguente successo contro Brock Lesnar a WrestleMania 36 ad aprile, che lo ha incoronato WWE Champion per la prima volta nella sua carriera. A partire da quel momento lo scozzese non ha più lasciato la cintura, sconfiggendo in ordine cronologico Big Show, Seth Rollins, Bobby Lashley e Dolph Ziggler.

A SummerSlam sarà Drew McIntyre vs Randy Orton

Ora però di fronte a sé c'è un avversario ostico come Randy Orton, difendere il titolo sarà ancora più complicato del solito: "Lo considero allo stesso livello di Brock Lesnar. E non a caso lo affronto a SummerSlam, il più grande show dopo WrestleMania. Ho grande rispetto per lui, è da una vita in questo business. So cosa mi aspetterà. Lui è fenomenale sul ring, al microfono, ovunque. Sa apparire come l’uomo più cattivo sul pianeta. Ma lo aspetto domenica a SummerSlam". Dove la WWE per la prima volta in PPV da quando è iniziata la pandemia di Coronavirus utilizzerà un metodo alternativo per tentare di far avvicinare i suoi fan agli show, che continueranno a porte chiuse: "Il pubblico è fondamentale per noi, non è semplice lavorare senza le loro reazioni, le loro emozioni. Ma tutto questo finirà questa settimana grazie all’introduzione di Thunderdome, che con un set all'avanguardia, schede video, giochi pirotecnici, laser, grafica moderna e droni con telecamere, porterà l'esperienza visiva dei fan della WWE a un livello senza precedenti. Sarà divertente, non vedo l’ora di vivere questa nuova atmosfera".

Nei programmi un match da sogno con Tyson Fury

E soprattutto di vincere, perché i suoi programmi da WWE Champion sono più a lungo termine: "Voglio affrontare Tyson Fury per il titolo, possibilmente in Europa. Uno la chance titolata se la deve guadagnare in genere, ma in questo caso farei un'eccezione. Farei tutto il necessario per ottenere un PPV nel Regno Unito, una cosa che non accade da SummerSlam '92. È passato così tanto tempo e i tifosi sono rimasti sempre appassionati. Sarebbe assolutamente un enorme successo. E se ci vuole McIntyre-Fury come main event per attirare l'attenzione anche di tutti quelli che non seguono il wrestling, allora ci penso io. Sono certo che riusciremo a fare questo incontro. Sarei addirittura disposto a organizzarlo al Celtic Park...". Già, perché Drew è tifosissimo dei Glasgow Rangers: "Stiamo migliorando. Diciamo che i Rangers hanno avuto un po’ la mia stessa storia. Anche io sono dovuto ripartire da zero, per poi crescere giorno dopo giorno e tornare ad altissimi livelli. E così come io sono diventato WWE Champion (dice mostrando la cintura posta accanto a lui, ndr), adesso anche i Rangers devono tornare a vincere il campionato".

I ricordi di Del Piero e della Serie A

A parte i Rangers, però, Drew McIntyre da ragazzo aveva un altro debole: "Io guardavo il calcio italiano ogni weekend. In Scozia c’era un programma di approfondimento sui campionati esteri e la Serie A era quello che guardavo con più piacere. Il livello del calcio scozzese non è come quello inglese, dove ci sono sicuramente partite molto combattute e divertenti. Ma niente è come il calcio italiano, lì c’erano sempre i gol più belli e gli attaccanti più forti. Ricordo che quando ero ragazzo aspettavo sempre di vedere quelli di Del Piero. Mi sfregavo le mani mettendomi davanti alla televisione e dicevo: 'Chissà che gol fantastico avrà segnato questa settimana'".

La carriera da calciatore interrotta per un rosso

D'altronde lui di calcio è un intenditore, avendolo anche giocato con buoni risultati fino a un episodio che gli ha cambiato letteralmente la vita: "Amavo giocare ala destra e al tempo stesso calciare tutte le punizioni o i calci d’angolo. Ma il mio allenatore non era d’accordo, perché all’epoca ero una trentina di centimetri più alto di tutti gli altri, così lui voleva mettermi difensore centrale e mandarmi in area quando c'erano dei calci piazzati in nostro favore. Io non volevo giocare in difesa, alla fine il compromesso è stato quello di mettermi centrale di centrocampo, mentre per le punizioni non c'è stato niente da fare: “Drew - mi diceva - tu devi sfruttare la tua altezza con i colpi di testa”. Così ho iniziato a giocare playmaker e riuscivo anche a segnare qualche gol da quella posizione". Poi, però, arriva l'episodio che gli cambia la vita: "L’ultima partita che ho giocato ho preso dei cartellini gialli per normali scontri di gioco. Non avrei dovuto prendere il rosso, non mi avrebbero dovuto espellere. Sul secondo giallo, poi, il mio avversario voleva saltarmi facendo passare il pallone alla mia sinistra e aggirandomi sulla destra, ma per farlo mi è venuto a sbattere addosso sulla spalla. Non era stata colpa mia, era lui che era venuto dritto su di me. Ma l’arbitro decise di tirare fuori il cartellino rosso. Avevo 16 anni, persi la testa e tentai di picchiare il direttore di gara. I giocatori e i dirigenti mi portarono fuori dal campo a stento. Mi ero arrabbiato molto, ero giovane (ride, ndr). In quel momento ho pensato che probabilmente avrei potuto sfruttare il mio fisico molto di più nel wrestling che nel calcio".


© RIPRODUZIONE RISERVATA