Bufera in Francia, le scioccanti ammissioni di una leggenda della pallamano: l'accusa è terribile

Secondo la stampa transalpina l'ex portiere della nazionale Martini, oggi presidente della Lega, è indagato per "corruzione di minori" e "registrazione di materiale pedopornografico"
Bufera in Francia, le scioccanti ammissioni di una leggenda della pallamano: l'accusa è terribile
2 min

PARIGI (FRANCIA) - Il mondo della pallamano è sotto shock per le notizie che arrivano dalla Francia, dove è finito nella bufera Bruno Martini. Il 52enne presidente della Lega transalpina, ex portiere dei 'Bleus' campioni del mondo 1995 e 2001, secondo quanto riporta 'France Info', è indagato per "corruzione di minori" e "registrazione di materiale pedopornografico". Martini, stando sempre a quanto scrive l'organo di stampa francese nella sua edizione online, "è stato arrestato e posto in custodia della polizia. Denunciato martedì sera presso il tribunale di Parigi, è stato scarcerato in vista di una probabile comparizione previa ammissione di colpevolezza".

Le indagini scattate nel 2020

Le indagini, racconta ancora 'France Info', sono partite dopo che nell'estate del 2020 un 13enne ha sporto denuncia raccontando alle forze dell'ordine di essere stato contattato su un social da un uomo che lo ha convinto "a scambiare con lui diversi selfie e video di natura sessuale. L'uomo gli aveva persino proposto un appuntamento e pagato un taxi per portarlo da lui, ma l'adolescente ci ha ripensato all'ultimo momento". E dietro allo pseudonimo usato dall'indagato, secondo quanto scoperto dagli inquirenti, si celava proprio Martini che ha visto così perquisiti i suoi due apparamenti di Parigi e Montpellier e sequestrati tutti i suoi dispositivi informatici. 'France Info' spiega infine che l'ex portiere "ha ammesso agli inquirenti di essersi avvicinato al ragazzino, sostenendo però di aver creduto che avesse più di 15 anni" e che "in cambio del riconoscimento della sua colpevolezza, gli verrà offerta una pena inferiore a quella sostenuta di cinque anni di reclusione e una multa di 75.000 euro".


© RIPRODUZIONE RISERVATA