È dai giorni di Parigi che il cellulare di Giovanni Malagò non smette di friggere. Prima per le medaglie, poi per il caso del quarto mandato (sta concludendosi il terzo) negato per legge, una questione deflagrata in seguito a un’intervista rilasciata proprio al Corriere dello Sport-Stadio: «Io vorrei dare seguito al lavoro di questi anni - ha detto il capo dello sport italiano al nostro direttore - il desiderio personale è quello di completare il percorso arrivando fino ai Giochi del Mediterraneo di Taranto e alle Olimpiadi del 2026, eventi per i quali mi sono esposto come non mai». Malagò ha parlato di «ampio consenso dello sport» intorno alla propria figura, così abbiamo contattato i 48 presidenti federali per misurarlo e chiedere un’opinione sul tema, sottoponendo a tutti la stessa domanda: «Pensa che sia giusto garantire anche al presidente del Coni la possibilità di correre per un quarto mandato dopo la cancellazione del limite dei tre, dichiarato incostituzionale, per i presidenti delle federazioni?». Non voleva essere un referendum pro o contro Malagò - del resto i presidenti devono essere ancora rieletti - eppure con il passare delle ore, mentre le voci sul nostro sondaggio correvano all’impazzata nei palazzi della politica sportiva, è finito per diventarlo. Scommettiamo che certi silenzi faranno rumore più degli endorsement? Qualcuno, infatti, ha preferito defilarsi, altri ci hanno messo la faccia senza temere reazioni e qualcuno si è addirittura rifugiato in ipotetiche vacanze dalle quali si diceva "irraggiunbile" affidando dei laconici «no comment» a portavoci e addetti stampa. La maggioranza - 34 presidenti su 48 - si schiera al fianco di Malagò.
Marco Di Paola - Sport Equestri (FISE)
«Sì, è giusto per due motivi: di ordine giuridico e di opportunità. Il Coni è un ente pubblico di natura associativa che prevede l’elezione del presidente e non la nomina politica, come un qualsiasi altro ente pubblico. Quindi il presidente è l’espressione dell’intero movimento. Limitare per legge il rinnovo significa mortificare la libertà associativa costituzionalmente garantita. La conferma è nel fatto che anche alle tre federazioni di natura pubblica si applica la legge sui mandati prevista per le altre federazioni. Inoltre, sotto un profilo di opportunità, il rinnovo avverrebbe a maggio 2025 e l’apertura delle Olimpiadi a febbraio 2026. Chiunque arrivasse non avrebbe neanche il tempo di orientarsi nel ruolo e si troverebbe in difficoltà».
Giuseppe Leoni - Aero Club d’Italia (AeCI)
«Sono favorevole a togliere il limite dei mandati anche per gli enti pubblici come il Coni e soprattutto, dopo i risultati sportivi ottenuti, squadra che vince non si cambia».
Carlo Beninati - Badminton (FIBa)
«Credo che dal 2018, da quando cioè la governance dello sport ha subito un cambiamento radicale a opera della politica, Malagò abbia sempre tenuto un alto profilo a garanzia dell’autonomia e abbia fatto un lavoro encomiabile. Motivo per cui la politica dovrebbe valutare bene la possibilità di concedergli di continuare per rappresentare il nostro Comitato Olimpico alle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina».
Andrea Mancino - Biliardo e Bowling (FISBB)
«Sono contrario a qualsiasi forma di limitazione dei mandati. Per qualsiasi carica. Finché un presidente ha il consenso del proprio corpo elettorale, ha il diritto di presentarsi, candidarsi e confrontarsi. E dovrebbe valere per tutti i presidenti degli enti pubblici».
Gabriele Gravina - Calcio (FIGC)
«Il limite dei mandati ritengo sia stato un errore strategico e sarebbe assurdo non riconoscere la possibilità di concorrere per un quarto mandato al presidente del Coni, che ha dato una svolta allo sport italiano. Impedire a Malagò di candidarsi sarebbe come azzerare un processo di evoluzione positiva di tutto il movimento».