"I conti sono ok, abbiamo portato due Olimpiadi, i risultati sportivi sono stati straordinari e abbiamo prestigio internazionale, ma siamo arrivati oggi e prendo atto che non è giusto avere un mandato in più per completare quel percorso iniziato quando l'Italia era ridotta male e dopo aver ricostruito la nostra credibilità". Lo ha detto Giovanni Malagò, durante il Consiglio Nazionale del Coni, tenutosi a Roma al Foro Italico nella Sala d'Onore del palazzo H, a proposito della sua impossibilità a ricandidarsi. "La risposta per cui non si è potuta fare un'eccezione è sempre stata è: 'c'è una legge' . E io mi inchino alla legge, ma deve restare tale sempre. Invece negli ultimi anni è cambiata due volte".
"E' stato approvato il bilancio con ricavi record e la cosa che più interessa è l'incidenza dei ricavi privati, praticamente oltre il 50% della contribuzione pubblica. È stato uno sforzo pazzesco quello messo in piedi per l'ultimo bilancio del quadriennio. Penso che i colleghi di giunta siano rimasti particolarmente sorpresi. Penso che nei prossimi anni questo minimo garantito dovrà essere aumentato, con una contribuzione pubblica più significativa", ha aggiunto poi il presidente del Coni, che ha annunciato che la prossima giunta si terrà il 22 maggio.
La candidatura per il cda di Sport e Salute
Il numero 1 del Coni ha concluso il suo intervento parlando del suo inserimento nel CdA di Sport e Salute: "Quando ho letto che una delle mie aspirazioni fosse entrare nel cda di Sport e Salute per fare carriera... C'è una scadenza tecnica, un'assemblea a breve di Sport e Salute che non si può effettuare senza la composizione della griglia e il posto del Coni riguarda solo la materia della contribuzione agli organismi sportivi. Un riconoscimento dato da parte della giunta a Mornati. Per questo mese e mezzo che resta la cosa più saggia era inserire il mio nome per poi presentare una dimissione il 26 giugno quando il nuovo presidente del Coni insieme alla nuova giunta sceglierà chi inserire in quel ruolo". Sui candidati al momento però risulta solo un nome: "Ora formalmente siamo a un candidato (Thermes è l'unico ad aver già depositato la candidatura, ndr), presumo poi saranno due, penso tre. Ma è sempre una cosa positiva se ci sono più candidature. Il giudizio poi è un'altra cosa. Ma di tematiche elettive parliamo in consiglio nazionale".
Lo sport e il Coni: orgoglio italiano
"Abbiamo vinto l’inimmaginabile, non solo alle Olimpiadi ma anche a cavallo dei Giochi. Siamo stati sempre in vetta in Europa e nel mondo. Siamo portati da esempio per come riusciamo a partire dalle piccole società e arrivare in alto - ha continuato Malagò, prendendosi gli applausi dei presenti -. Al momento non vedo un modello diverso da questo, non esiste. Escludo che i più giovani potranno vedere un modello che parte dalla scuola. Dobbiamo sostenere quello che fanno le società: questi risultati non sono casuali ma frutto della qualità di tecnici e allenatori. Dobbiamo difenderci con professionalità e passione perché il prestigio del Coni è molto in alto, soprattutto all’estero. Questo è un percorso che nasce da lontano. Noi al CIO abbiamo detto dopo aver firmato tutti i dicumenti che non ci saremmo fermati qui. Vi rendete conto del danno di immagine che è stato fatto? Dalle ceneri di Roma 2024 siamo ripartiti, in quell’occasione avevamo battute tutte le altre città. Quella fiducia l’abbiamo ricostruita, senza il Coni nessuno può fare niente: viva la politica che si occupa dello sport, abbasso la politica che vuole occupare lo sport. Noi da quelle ceneri abbiamo portato due olimpiadi a casa (invernali anche giovanili). La Svezia diceva al CIO: “ma che vi fidate ancora dell’Italia, dopo quella figura che vi ha fatto fare”.
Buffon, Di Francisca e le altre "mattonelle"
Prossimamente poi verranno scoperte alcune mattonelle della Walk of Fame di atlete e atleti, quelle di Elisa Di Francisca e Aldo Montano, Franco e Giuseppe Porzio, Gigi Buffon, Francesca Piccinini, Gerda Weissensteiner e Giorgio di Centa. Sono state poi conferite per regolamento anche le stelle d’oro ai nuovi presidenti federali: Stefano Arcifa, Andrea Facci, Eugenio Fasulo e Maria Lorena Haz Paz.